Ma anche no…. L’ultimo fact checking pubblicato da Bufale.net ripercorre la storia secondo la quale sul database della Banca Mondiale sarebbero stati venduti e quindi già messi per tempo in commercio i test per il COVID19, ma dal 2018. Un segno del complotto? Affatto. Il sito spiega che non c’è alcuno scandalo dietro.
“La soluzione è nell’aggiornamento delle tabelle merceologiche. Questo, semplicemente. La pagina del WITS, che è un aggregatore automatico, riporta che nel 2018 qualcuno ha comprato strumenti della tabella merceologica 902780.
Descritta come COVID-19 Diagnostic Test instruments and apparatus (902780)
Ma inizialmente descritta come:
Instruments used in clinical laboratories for In Vitro Diagnosis. Colorimetric end tidal CO2 detector, sizes compatible with child and adult endotracheal tube. Single use.
Strumenti usati nei laboratori clinici per le analisi di laboratorio, colorimetri e strumenti per l’esame dell’anidride carbonica emessi, compatibili per l’uso endotracheale di bambini e adulti, uso singolo
In altre parole si tratta di un codice, il 902780 che vale ora sia i “Test COVID19” ma che già sta a significare
Instruments and apparatus; for physical or chemical analysis, for measuring or checking viscosity, porosity, expansion, surface tension or quantities of heat, sound or light
Strumenti e apparati; per le analisi fisiche e chimiche, per misurare la porosità, viscosità, espansione, tensione superficiale o quantità di calore, suono e luce
Tradotto, già nel 2017 i saturimetri e i dosimetri venivano impiegati per la diagnosi delle patologie polmonari.
E pem! I nostri piccoli Detective Conan hanno scoperto che i saturimetri e i dosimetri che già usavamo nel 2018, nel 2017 e in ogni epoca passata sono utilissimi per diagnosticare malattie polmonari.
Insomma, nessun complotto, solo conoscenza delle tabelle merceologiche.

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