di Roberto Gremmo – Ho letto sulla Nuova Padania che il Partito Popolare del Nord mette nuove radici in Friuli ed apprezzo il programma esposto dal suo nuovo esponente regionale.
Lo considero valido, ma insufficiente.
Perché a parer mio il punto fermo d’una forza federalista che vuole essere davvero originale ed alternativa e’ soprattutto la battaglia politica per una nuova Regione Friuli, separata da Trieste.
Ho già documentato nel libro “Padania separatista” edito dall’Associazione Oneto le ragioni storiche, linguistiche e culturali oltre che economiche che giustificano una autonomia differente fra la “Patrie Furlane” e la “pendice” di San Giusto la cui identità molto differente di porto internazionale cantieristico solo relativamente si concilia con quella rurale e montanara dell’udinese, pordenonese e della Carnia.
Così come in Liguria il Ponente deve bilanciare Genova con una propria autonomia; la Lunezia essere slegata dalla Romagna, l’Insubria meno ancella di Milano anche il Friuli deve avere una propria istituzione regionale che trasformi l’attuale autonomia speciale, nata tardi e male, in un vero autogoverno che si ponga l’obiettivo di essere parte di una nuova Europa dei Popoli, contrapposta a quella fasulla degli Stati centralisti.
Le nuove forze politiche come il Partito popolare del Nord hanno un domani solo se sapranno elaborare un progetto federalista ed identitario che le contrapponga non solo al meridionalismo parassitario dei partiti ma anche alla nebbia fitta della mancanza assoluta d’idee del mojito-party, urlatore e muscoloso, ma senza la minima proposta per creare un domani di libertà per i popoli del Nord.
