di Gigi Cabrino – Le PMI sono direttamente coinvolte nella crisi dell’automotive che sta colpendo in maniera particolare l’Italia e il Piemonte.
Cristian Camisa, presidente di Confapi, fa una proposta decisamente forte per sostenere Stellantis e, di conseguenza, le tante PMI dell’indotto.
“È il momento di una proposta forte. Il Governo negli ultimi mesi ha indubbiamente portato avanti azioni di moral suasion molto importanti nei confronti di Stellantis. Ma non è bastato. Vista la congiuntura del titolo, passato da marzo a oggi da 27 a 12 euro e il rischio di una desertificazione dell’indotto, riteniamo sia giunto il momento di fare un sacrificio valutando l’entrata dello Stato nel capitale di Stellantis, attraverso una società veicolo o un altro strumento tecnico”, propone il Presidente di Confapi.
“Sarebbe anche un modo – spiega – per far capire che vogliamo continuare a essere una potenza industriale che punta sull’automotive e sulla produzione in Italia. Stellantis ha disatteso tutte le promesse e perciò c’è bisogno di un’azione forte non solo per salvare un’azienda che è parte della storia del nostro Paese ma soprattutto tutte le Pmi industriali, rappresentate da Confapi, che rappresentano una parte fondamentale dell’indotto. Aziende straordinarie che sono fiore all’occhiello del nostro sistema produttivo e che hanno un know-how invidiabile che non può andare perso. È necessario comprendere che la stessa urgenza che mosse lo Stato a salvaguardare i risparmiatori di Mps vale oggi per non perdere i tanti posti di lavoro dei lavoratori di Stellantis e del suo indotto”.
“Sarebbe – aggiunge Camisa – un grande segnale di fiducia per il mondo delle piccole e medie industrie che non vogliono rassegnarsi al declino industriale dell’Italia. Parallelamente, come Confapi, continueremo a lavorare con la piccola e media industria tedesca e con la Confederazione europea della Pmi per portare le nostre istanze in Europa e per far sì che la fine del motore endotermico, stabilita per legge, subisca una variazione, aprendo quantomeno all’ibrido. Riteniamo sbagliato, infatti – conclude il Presidente di Confapi – che sia il legislatore europeo a decidere che il 2035 rappresenti la fine dell’auto endotermica. A decidere dovrebbe essere, invece, come sempre il mercato”.