Tutt’altro che scontati gli equilibri e la gestione europea di Ursula von der Leyen. La palla al balzo è alzare un sistema difensivo-preventivo contro le destre che ammiccano a Trump. In mezzo come un vaso di coccio Raffaele Fitto, designato vicepresidente Ue. L’alleanza europea oggi è tenuta in piedi da Popolari, Verdi, Socialisti e Liberali, senza i conservatori. Una maggioranza che l’eventuale vicepresidenza esecutiva, sintetizza l’Agi, affidata all’esponente di Fratelli d’Italia snaturerebbe, per i dem. Per la presidente del Consiglio è “Inconcepibile che alcuni esponenti del Pd chiedono adesso di togliere al commissario italiano designato la vicepresidenza esecutiva della Commissione Europea. Vorrei sapere dalla Segretaria del Pd se questa è la sua posizione ufficiale”, aggiunge Meloni, chiedendo con la domanda: “Possibile che preferisca mettere il proprio partito davanti all’interesse collettivo?”. Schlein non raccoglie la sfida dietro la quale scorge il tentativo di nascondere i problemi di esecuzione e maggioranza sulla manovra. “Non sono qui a rispondere a Giorgia Meloni”, dice a margine della presentazione delle proposte emendative del Pd alla legge di Bilancio: “Sono dieci giorni che questo governo ci impedisce di parlare di Manovra. Ogni giorno ce n’è una: un fuoco di artificio, un elemento di distrazione di massa, una domanda irrituale del presidente del Consiglio al leader dell’opposizione”, osserva Schlein.
I dem a Bruxelles, in ogni caso, non sembrano intenzionati a deviare dalla linea: “Spetta alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiarire se l’asse della maggioranza che l’ha eletta in Parlamento europeo è cambiato”, ribadisce il capodelegazione Nicola Zingaretti. Da Fratelli d’Italia è un coro contro quello che viene definita una scelta dettata “dal livore politico nei confronti di Fitto”, come spiega il ministro Guido Crosetto. Il responsabile della Difesa ricorda che “Fratelli d’Italia chiede a Ecr”, la famiglia europea alla quale appartiene anche il partito di Meloni, “di votare il Commissario italiano, che era Paolo Gentiloni”.
E l’Ansa tiene a sottolineare che la poltrona del presidente è meno salda di qualche giorno fa. A nulla è valso l’incontro che la leader dell’esecutivo Ue ha organizzato con Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valerie Hayer. I socialisti non voteranno Raffaele Fitto come vicepresidente. Il Ppe, trascinato dalla delegazione spagnola, è pronto a strappare su Teresa Ribera. E il baratro, per Ursula, non è più un’ipotesi dell’irrealtà. Il gioco dei veti incrociati, iniziato ad inizio settimana, è sfuggito di mano a tutti. Lunedì sera i tre leader della maggioranza avevano deciso di aggirare temporaneamente l’ostacolo votando contestualmente i sei candidati vicepresidenti: la popolare Henna Virkkunen, i liberali Kaja Kallas e Stephane Sejourné, le socialiste Ribera e Roxana Minzatu e il conservatore
Fitto. Non è servito a nulla.
Per l’eurodeputato del Pd, Dario Nardella, la ricostruzione no sta pero’ in piedi. Meloni, dice Nardella, organizzò una piazza contro Gentiloni commissario europeo. Se Meloni ‘sfida’ Schlein sulla partita Ue, la segretaria chiede una parola della premier sugli attacchi di Musk alla magistratura italiana. “E’ imbarazzante che i sedicenti sovranisti di casa nostra si facciano dettare la linea da un miliardario americano come Musk. Le sue ripetute uscite contro la magistratura italiana sono un attacco inaccettabile ad un organo costituzionale. Cosa aspetta Meloni a difendere la sovranità nazionale? “.