Se “quel che succede a Roma non ci riguarda” detto da Fontana volesse dire anche altro. Magari.

27 Febbraio 2025
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di Stefania Piazzo – Di tutte le parole pronunciate dal Governatore Fontana, incazzato nero – lo possiamo dire – per la graduatoria sanitaria che vede la Lombardia al settimo posto in Italia, ce ne sono alcune che sono più politiche rispetto ad altre. Ecco il passaggio: “…Quindi non ragioniamo di loro, ma guarda e passa. Quello che succede a Roma ci riguarda fino a un certo punto. Anzi, non vogliamo neanche pensare che ci riguardi”, ha chiosato.

Ecco, partiamo da Roma. Possiamo interpretare così, se leghiamo le parole solo al metodo di calcolo della classifica ministeriale: se Roma decide con criteri propri, amen, sono calcoli loro. Parametri fuori dalla realtà. “Puttanate”, ha anche detto Fontana davanti ai microfoni.

Ma se “quel che succede a Roma non ci riguarda” potesse toccare, come spesso si spera (invano) i criteri di gestione dei territori e delle loro rispettive autonomie, beh, sarebbe una rivoluzione. Vorrebbe dire che il governatore lombardo avrebbe iniziato a parlare da lombardo. E a cercare sinergie da Est a Ovest sulla sanità, i trasporti, le tasse, la scuola, la politica estera locale verso le terre di confine.

Vorrebbe dire che la fiscalità cambierebbe, e che la Lombardia oserebbe a quel punto trasferire non tutto il malloppo, ma una parte, delle tasse che versa. Visto che ne dà più di quanto riscuota in servizi, dalla Roma di cui sopra. Di recente il governatore ligure Bucci, della medesima coalizione di Fontana, sulle tasse ha preso posizione. E Fontana? Non si è scaldato come per la hit parade delle cure. Peccato.

Ma andiamo avanti con le ipotesi su quel di Roma ma chisse…

Vorrebbe vedere costruire strade e ferrovie dove si garantisce il Pil più performante del Paese, e non introdurre pedaggi sulla Milano-Meda già pagata dai lombardi quando venne realizzata.

Vorrebbe pensare ad un costo della vita realistico parametrato agli stipendi, visto che al Nord la povertà, reale eccome, e il venir meno dei residenti dello stesso Nord alle cure è l’indicatore per il quale parlare da lombardi al Pirellone.

E per il quale “quel che succede a Roma non ci riguarda” avrebbe un’altra prospettiva politica, la macroregione come alternativa ad uno Stato che non concede neppure a Costituzione invariata, un bel fico secco.

Ma temiamo che il governatore abbia solo sbottato per la graduatoria degli ospedali. Dove, peraltro, le liste d’attesa non sono un fiore all’occhiello. E dove i pronto soccorso sono l’imbuto di una sanità territoriale diradata.

Se i soldi vanno a quelli che non sanno nemmeno fare bene le graduatorie, Fontana lo dica. Perché oltre alla graduatorie, tante altre cose non sanno far come si deve. Pure coi voti dei lombardi. Eppure nessuno di chi sta al potere dice “beh”?

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Direttrice: Stefania Piazzo
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