Roma- Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del discorso di fine anno, oggi 31 dicembre 2024. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Caso Starlink. Gli scarponi “diplomatici” della Lega sul Colle e sugli equilibri mondiali

11 Marzo 2025
Lettura 2 min

di Cassandra – La diplomazia è una di quelle “cose” che si fanno ma non si dicono. E anche quando si dicono, si sussurrano. Possibilmente dal giusto pulpito. Che ne so… parlano un ministro degli Esteri, un premier. Accennano qualcosa. Ma che sia il ministro dei Trasporti, per quanto vicepremier, a metterci il becco sbracando con un auspicio, quello di un vertice tra Musk e niente meno che il capo dello Stato, dà il segno della deriva politica e istituzionale in Italia. D’altra parte questo è lo stile.

Perché, anche se ti interpellano, in materia, magari taci o rilanci a chi è di competenza. Invece no. E così, oggi i giornali tornano sullo strafare del segretario della Lega, per le uscite di ieri. Alla domandona finale del superquiz “Un incontro tra Musk e Mattarella?” risponde; “Non faccio io la loro agenda, ma sarebbe un incontro stimolante”. E’ vero che in un post giorni fa proprio il Ceo di X, scriveva: “un onore parlare” con Mattarella. Ma certe questioni se la devono vedere loro, tra di loro. E nei tempi e nelle modalità in cui, senza entrare con gli scarponi nella sala dei cristalli, si trova un canale di dialogo, quando necessario.

Invece il canale è la piazzetta del bar, dove si fa a gara a chi ne sa di più. “Parlare con qualche generale delle nostre forze armate e di quanto una copertura telecomunicativa e satellitare potrebbe essere utile alla difesa nazionale”, aveva detto Salvini ieri. Starlink “connette mezzo mondo, non vedo perché la sinistra debba dire pregiudizialmente di no solo perché è di Musk. Quando si parla di sicurezza nazionale le simpatie e le antipatie dovrebbero uscire dal tavolo”. Ma trovare quello senza le briciole delle patatine sarebbe auspicabile.

La smania di essere l’alfiere della pace possibile, infiammando da fuori con le bottiglie incendiarie delle parole (ad esempio contro Macron a muso duro) non accelera il dialogo. Lo smorza facendo fumo.

“Mi hanno detto che Macron si è offeso, mi spiace, – continua Salvini “pontiere” – però se uno parla ossessivamente di armi nucleari, di invio di armi, di invio di truppe, di invio di soldati, forse lo fa perché ha dei problemi interni in Francia, non perché gli interessi la pace”.

E aggiunge: “Ritengo che sia grazie a Donald Trump che stiamo parlando di pace e quindi chi ritiene Trump un pericolo, un criminale, un fascista, un arrogante, sbaglia. Bisogna essere tranquilli, pacati” ha incalzato. Proprio come lui. O meglio, come loro.

E infatti all’indomani dell’infelice provocazione di Elon Musk sull’importanza di Starlink per la difesa ucraina (“l’intera linea del fronte crollerebbe se lo spegnessi”) si è rianimato il dibattito in Italia, con l’opposizione che avanza dubbi e con la brusca frenata di Forza Italia che, attraverso le dichiarazioni del portavoce Raffaele Nevi, invita alla cautela.

“Serve sempre prudenza nelle scelte politiche e in questo caso si tratta di questioni che attengono alla sicurezza dei dati nazionali e quindi occorre valutare bene costi e benefici con assoluta serenità”, spiega Nevi. Starlink fornisce servizi “che non riusciremmo ad avere in altro modo”, riconosce ma “bisogna prendere una decisione senza farsi trascinare dalla tifoseria pro o contro Musk. In sostanza, scegliere nell’interesse nazionale al di là dell’impegno politico dello stesso Musk”.

E, sommessamente, dal Colle si fa sapere che l’interlocutore è il governo. La sicurezza nazionale non è da proclami elettorali dal palco di Pontida.

IL GIORNALE

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