La composizione del Conclave: una Chiesa di frontiera, meno eurocentrica, sempre meno a trazione curiale, italiana e occidentale

21 Aprile 2025
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Non c’é valutazione religiosa, opinione agnostica, critica ideologica o religiosa che non scorga un segno evidente di profezia e di messaggio nella coincidenza della scomparsa di Papa Francesco nel lunedì dell’Angelo. Teologia, simbologia, prospettive della Chiesa Universale: c’è tutto il multi-millenario contesto storico e biblico della fede, dell’ateismo e del secolarismo laico nella morte improvvisa, ma non inattesa, di Jorge Mario Bergoglio proprio nel giorno in cui la Cristianità celebra l’annuncio della resurrezione di Cristo. Una profezia di un passaggio simbolico di rinascita da un’epoca all’altra. Un passaggio già incardinato dell’imminente 112° Conclave della storia della Chiesa, che proseguirà la tradizione dell’elezione del Sommo Pontefice della Chiesa Apostolica cattolica Romana iniziata nel 1058.

Attualmente i Cardinali elettori sono 137, dei quali 110 nominati da Papa Francesco. Un assetto di Conclave soggetto a variazioni quotidiane. Solo nell’anno in corso 13 Cardinali supereranno infatti la scadenza degli 80 anni e, secondo la Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, non potranno prendere parte all’elezione del nuovo Papa.

 Il 22 gennaio, per esempio ha compiuto 80 anni e sarà escluso dal Conclave, il Cardinale Arcivescovo di Vienna Christoph Schonborn considerato uno dei più autorevoli candidati alla successione. Mentre un altro papabile, il Cardinale Robert Sarah festeggerà l’80esimo compleanno il 15 giugno. Sulla base di questi numeri e considerato che la quasi totalità degli attuali cardinali con diritto di voto al Conclave sono stati creati dall’attuale Papa, si potrebbe ipotizzare l’elezione di un successore di Bergoglio in continuità con il suo pontificato.

A parte il ruolo imperscrutabile del mitico spirito della Provvidenza che da sempre aleggia fra gli affreschi della Cappella Sistina, non si può comunque parlare di blocco “bergogliano”, dal momento che molti Cardinali, se si escludono i Concistori, non si conoscono davvero perché residenti in regioni remote e in diocesi disseminate nei vari continenti.

Il Conclave rifletterà esattamente l’intenzione di Papa Francesco di privilegiare la Chiesa di frontiera, meno eurocentrica, sempre meno a trazione curiale, italiana e occidentale, con uno sguardo attento alle periferie del pianeta. Tanto che il Collegio Cardinalizio risulta tutt’altro che monolitico. Inevitabilmente l’intimo, inconfessabile, pre-Conclave che già pervade la coscienza dei Cardinali, annovera nomi molto conosciuti o straordinariamente sconosciuti. Al primo posto fra i nomi dei papabili che rimbalzano dalle sagrestie, agli altari, dagli oscuri meandri della Curia ai titoli dei giornali ed ai telegiornali di tutto il mondo, vi é il Cardinale, Segretario di Stato, Pietro Parolin, 70 anni, ed una lunga esperienza diplomatica conoscitore di tutti i dossier vaticani, dalle relazioni con la Cina alle mediazioni nei conflitti internazionali. Segue, anche gerarchicamente, il Cardinal Matteo Maria Zuppi, 69 anni, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, considerato un esponente dell’ala più progressista del Collegio Cardinalizio. Fautore della Chiesa sinodale, più inclusiva e aperta al nuovo, a favore della benedizione per le coppie omosessuali, del celibato facoltativo per i sacerdoti, ma per il momento contrario al sacerdozio femminile. 

Parecchio in ascesa appaiono i consensi del Cardinale filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, enfant prodige della Chiesa delle periferie, teologo apprezzato e brillante conferenziere, uomo giusto per aprire al cattolicesimo le porte dell’Asia più profonda ed anche quelle della Cina, visto che Tagle ha per parte di madre origini cinesi. “La chiesa del futuro avrà il volto dei ragazzi di oggi, incrocio di nazionalità. Mai immobile, in cerca del dinamismo della fede che può incardinarsi in vari luoghi e varie culture”, sottolineò qualche tempo fa in un’intervista al Corriere della Sera. Sul versante opposto della Chiesa tradizionalista spicca, il Cardinale Robert Sarah (Guinea) 79 anni, considerato uno dei più conservatori più vicini a Papa Benedetto XVI. Ex Prefetto della Congregazione per il Culto Divino Fortemente contrario a quasi ogni apertura progressista, dall’aborto ai matrimoni o alle benedizioni di coppie omosessuali, è un sostenitore della “riforma della riforma” della liturgia. Una sorta di revisione in chiave tradizionalista del Concilio Vaticano II, universalmente considerato una tappa in senso progressista del cammino della Chiesa. Il proverbio più volte avveratosi che chi entra Papa in Conclave ne esce Cardinale, prefigura un lungo elenco di altri papabili: il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, 69 anni, Patriarca di Gerusalemme, con una profonda conoscenza delle dinamiche del Medio Oriente e dell’ecumenismo. Il Cardinale Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo), 65 anni, Arcivescovo di Kinshasa, membro del Consiglio dei Cardinali (C9), rappresenta una Chiesa africana in crescita e dinamica. 

 Il Cardinale Jean-Marc Aveline, (Francia) 66 anni, Arcivescovo di Marsiglia, rappresenta una Chiesa europea attenta al dialogo interreligioso e alle periferie esistenziali. Il Cardinale Wilton Gregory (USA), 77 anni, Arcivescovo di Washington, primo cardinale afroamericano, simbolo di una Chiesa inclusiva e attenta ai social. Seguono tre Cardinali considerati più bergogliani di Bergoglio: l’arcivescovo del Lussemburgo, Jean-Claude Hollerich, favorevole ad un radicale aggiornamento del Catechismo della Chiesa sull’omosessualità; il brasiliano Sérgio da Rocha, Arcivescovo di Sao Salvador da Bahia, cha ha celebrato una messa per commemorare tutte le vittime dell’odio omofobico e transfobico; e l’Arcivescovo di Barcellona, Juan Josè Omella, dalla cui diocesi catalana si è levata forte la richiesta dell’abolizione dell’obbligo del celibato sacerdotale e del via libera all’ordinazione delle donne. 

 Infine, se il successore dovesse essere il Cardinale portoghese José Tolentino de Mendonça, la Chiesa avrebbe ufficialmente il Primo Papa poeta. Uomo di raffinata cultura e attuale Prefetto del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione, il 59enne Tolentino incrocia infatti la penna con poeti e letterati, dialoga con gli intellettuali anche molto lontani dall’Ecclesia, ha una passione per la scrittura, una grande sensibilità poetica e letteraria, ma allo stesso tempo amplifica la cultura nella fede e nella teologia. Preparato dal protrarsi delle critiche condizioni di salute di Papa Francesco e del lungo ricovero ospedaliero, il Conclave é già in corso da settimane. A meno di una lungimirante replica di un felice compromesso come quello che determinò l’elezione di Giovanni XXIII, il Papa del Concilio, e nonostante la speranza del concorso di Spirito Santo e Provvidenza, sulla Chiesa incombe la sindrome di una secolarizzazione esponenziale, ulteriormente accelerata dai social web. 

 Un crollo della religione che comporta il rischio che seguendo il prossimo Conclave il mondo sconvolto dallo tsunami Putin-Trump si chieda se è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità, o è l’umanità che ha abbandonato la Chiesa? E la risposta dei pessimisti sarà che se non verrà miracolosamente prescelto il Papa del futuro dell’umanità, forse si tratta dell’ultimo Conclave.

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