di Stefania Piazzo – L’11 settembre è la Diada. L’evento che è la sintesi della persistente richiesta di autodeterminazione del popolo catalano. Milioni di cittadini scendono in piazza per ribadire la richiesta di libertà e massima autonomia. Della Diada in Italia e al Nord se ne parla sempre meno. “Prima” era una bandiera anche in Padania. Oggi sembra essere un ricordo sbiadito, sorpassato dal populismo nazionalista. Lo si è visto negli ultimi tempi anche nel silenzio di chi prima affermava “siamo tutti catalani” e poi davanti alla battaglia politica e giudiziaria che ha colpito esponenti di spicco dell’indipendentismo catalano, ha fatto finta di non vedere.

Ma c’è chi ancora partecipa e vive con entusiasmo all’appuntamento della Diada. Il vicesindaco di Biassono, Alessio Anghileri e Siro Villa, esponente e tra i fondatori dell’associazione culturale La Fara, sono stati invitati da Joan Maria Vallvé i Ribera, già eurodeputato ed esponente di Convergenza Democratica di Catalogna, membro del Parlamento della Catalogna e direttore della Generalitat catalana sotto il governo di Jordi Pujol, all’evento dell’11 settembre. Il giorno prima, venerdì 10, saranno ospiti del parlamento catalano.
Un pezzo di sogno di Padania nella terra dove i sogni, lottando, diventano possibili. Entro il 2030 infatti potrebbe tenersi un nuovo referendum per l’indipendenza, concordato con Madrid. Di certo, le rivoluzioni non nascono da sole ma camminano sulle gambe degli uomini. Mai gratis e senza scorciatoie del consenso facile.
