Cgil e Uil – per voce dei segretari Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri – proclamano otto ore di sciopero generale, con manifestazioni territoriali, venerdi’ 29 novembre per chiedere al governo di cambiare la legge di bilancio. Le due singole sindacali giudicano la manovra inadeguata a risolvere i problemi del Paese: dal potere d’acquisto di salari e pensioni al finanziamento di sanita’, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.
“Siamo stati convocati dal presidente del Consiglio per la prossima settimana, quando ormai la manovra e’ gia’ stata presentata alle Camere e ci sono pochissimi margini di modifica. Ovviamente se il governo dovesse accettare le nostre proposte, siamo pronti a rivedere lo sciopero” , spiegano i due segretari. La mobilitazione dei confederali si aggiunge a quella gia’ proclamata dai sindacati di medici ed infermieri per il 20 novembre dopo aver valutato la manovra “deludente”.
Di diverso avviso la Cisl, che ha espresso apprezzamento per il testo. Il segretario Luigi Sbarra replica alla Cgil: “A Maurizio Landini, che oggi si e’ permesso di offendere la Cisl, consigliamo vivamente di rivestire i panni del sindacalista e di smettere di fare da traino a un’opposizione politica che non ha davvero bisogno di collateralismi”. Prosegue dunque la spaccatura dell’unita’ sindacale nella valutazione delle politiche del governo.
Dalla maggioranza replica la Lega: “Due sindacati italiani di estrema sinistra scioperano contro l’aumento dello stipendio per 14 milioni di lavoratori dipendenti fino a 40.000 euro di reddito? Ridicoli”. Martedi’ intanto il governo incontrera’ le parti sociali a Palazzo Chigi per un confronto che si annuncia ruvido, mentre il 13 novembre sara’ il turno delle associazioni datoriali.
La premier Giorgia Meloni rivendica la linea di non aver aumentato le tasse e di aver proposto una manovra che aiuta il ceto medio basso. Mentre il Mef insiste sul tasto dell’approccio prudente e responsabile ai conti pubblici, anche per centrare la traiettoria di rientro del rapporto deficit/Pil sotto al 3% gia’ entro il 2026 come da impegni presi con la Ue. Le opposizioni invece si dicono preoccupate per le risorse che valutano insufficienti sul versante della sanita’ e sull’impianto generale del documento, che propone tagli alla spesa dei ministri.
Intanto la Commissione Bilancio della Camera ha fissato il termine per la presentazione degli emendamenti alla manovra a lunedi’ 11 novembre alle ore 16, quello per i testi segnalati a lunedi’ 18 novembre alle 14. L’obiettivo della maggioranza sarebbe quello di arrivare alla votazione finale del testo anche in Senato prima di Natale, contando di risolvere l’esame in Commissione entro i primi di dicembre. Non sarebbero stati posti vincoli alla presentazione di emendamenti di maggioranza. Mentre il fondo parlamentare potrebbe essere incrementato rispetto ai 120 milioni iniziali. Nel corso dell’iter in Commissione, a viene riferito da fonti di governo, potrebbe essere apposto qualche correttivo in materia di tassazione sui profitti delle criptovalute. Potrebbero arrivare degli emendamenti per introdurre una maggiore progressivita’ dell’aliquota, che nel testo della manovra depositato alla Camera passa dall’attuale 26% al 42%. Possibile anche una revisione della norma che prevede di integrare i collegi sindacali o di revisione con un rappresentante del Mef per ogni struttura che riceve un contributo pubblico annuale, che riguarderebbe circa 30mila tra aziende, cooperative e fondazioni. Pubblicato il calendario delle audizioni: inizieranno lunedi’ 4 novembre, giornata in cui spiccano Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal e Confsal, a seguire Confindustria. Nel pomeriggio previsti anche Confcommercio, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Ance e Confedilizia. Martedi’ 5 audizioni solo nel corso della mattina: Inps, Anci, Cnel, Istat, Corte dei conti, Banca d’Italia e Upb. Giovedi’ 7 la chiusura delle audizioni con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Nell’iter dell’approvazione cercheremo di ridurre ulteriormente l’Irpef sul ceto medio passando dal 35 al 33%”, afferma Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia. Il leader del M5s Giuseppe Conte punta il dito sui fondi per la difesa: “Gli investimenti in sanità’ sul Pil sono ai minimi degli ultimi 17 anni, l’aumento della spesa in armamenti previsto in Manovra supera ogni aspettativa e lascia a bocca aperta “.