Don Patriciello: Ancora per quanto il ghetto di Scampia? Terza vittima del crollo

24 Luglio 2024
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  C’è la terza vittima in seguito al crollo del ballatoio nella Vela Celeste del quartiere Scampia a Napoli. Alle 13 circa, i sanitari del reparto di Rianimazione dell’ospedale Cardarelli hanno constatato il decesso della paziente PDR ricoverata a seguito della tragedia. Le condizioni della donna erano apparse da subito disperate, tanto da essere immediatamente accolta nel reparto di Rianimazione del padiglione di Emergenza del nosocomio. Attualmente, rende noto il Cardarelli, lo stesso reparto accoglie una seconda donna giunta in ospedale a seguito del crollo; si tratta di R.M. che, pur presentando un quadro estremamente grave, si trova in una condizione stabile. Presso l’ospedale, inoltre, è ricoverata nel Trauma Center la paziente C.M.: le sue condizioni sono soddisfacenti e il quadro clinico è in miglioramento rispetto alle 24 ore precedenti.

“Questa è una tragedia annunciata”. Lo spiega in un’intervista al QN don Maurizio Patriciello, il sacerdote simbolo delle periferie campane che commenta, dalla sua chiesa di Caivano, quanto avvenuto a Scampia con il crollo di un ballatoio che ha causato tre vittime e 12 feriti. Una tragedia che secondo il sacerdote svela “tanto. Tantissimo. Errori in sequenza ininterrotta. Come si è potuto pensare di ammassare migliaia di famiglie in un’area priva di servizi, dentro un progetto fallimentare sin dalla sua concezione? – prosegue -. Persino la beffa delle passerelle che dovevano richiamare i vicoli di Napoli. Come quella che è crollata”.

E tutto è accaduto proprio nella Vela azzurra, quella in ristrutturazione che sarà salvata. “Io queste Vele le abbatterei tutte. Compresa l’azzurra. Come può diventare l’icona della riqualificazione dopo la tragedia? Naturalmente sperando che il bilancio di morte non si aggravi”, aggiunge.

“Basta costruire città fatte di isole separate. Perché anche i quartieri modello, dove abitano ricchi o benestanti, a modo loro sono ghetti. Le città vanno ripensate e mescolate – conclude don Patriciello-. Ma dobbiamo agire. Altrimenti le contraddizioni delle periferie esploderanno. Perché una società che esclude sistematicamente i poveri prima o poi paga dazio. A Caivano lo Stato ha reagito. Auspico che a ogni tragedia del degrado corrisponda una reazione mirata per prassi costante”.

 La costituzione di una task-force per la messa in sicurezza della Vela celeste, per nuovi alloggi e per abbattere le Vele gialle e rosse. E’ quanto chiede in una nota il ‘Comitato Vele’. Gli attivisti del comitato si rivolgono alle istituzioni locali ed europee, ai partiti che si sono espressi a proposito del cedimento dei ballatoi della Vela celeste che ha provocato due decessi e la lotta per la vita di due bambine, ricoverate al Santobono di Napoli. “Gridiamo alle istituzioni che non c’è tempo da perdere, il popolo delle Vele non può aspettare. Lo gridiamo non solo perché una casa dignitosa è un diritto essenziale per tutti, ma perché nessuno meglio di noi conosce le condizioni di estrema precarietà e fragilità in cui versano le vele diventano un campo di battaglia per le forze politiche avverse, che hanno rallentato il compimento del processo di riqualificazione”. Secondo il Comitato, quanto accaduto “non può in alcun modo rappresentare un motivo di rallentamento di un processo che va anzi velocizzato”.

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