“È compito di questa generazione prestare orecchio ai popoli, ai giovani e ai bambini per porre le fondamenta di un nuovo multilateralismo. Perché non iniziare proprio dalla casa comune?”. Lo afferma papa Francesco nel suo discorso alla Cop28 sui cambiamenti climatici, letto alla Expo City di Dubai dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. “I cambiamenti climatici segnalano la necessità di un cambiamento politico – prosegue -. Usciamo dalle stretteioe dei particolarismi e dei nazionalismi, sono schemi del passato. Abbracciamo una visione alternativa, comune: essa permette una conversione ecologica, perché ‘non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali» (Laudate Deum, 70)».
Il Pontefice assicura in questo “l’impegno e il sostegno della Chiesa cattolica, attiva in particolare nell’educazione e nel sensibilizzare alla partecipazione comune, così come nella promozione degli stili di vita, perché la responsabilità è di tutti e quella di ciascuno è fondamentale “. Secondo Francesco, la “via d’uscita” alla crisi climatica è “quella che state percorrendo in questi giorni: la via dell’insieme, il multilateralismo”. Ed “è preoccupante in tal senso che il riscaldamento del pianeta si accompagna a un generale raffreddamento del multilateralismo, a una crescente sfiducia nella Comunità internazionale”. “È essenziale ricostruire la fiducia, fondamento del multilateralismo”, aggiunge: “Ciò vale per la cura del creato così come per la pace: sono le tematiche più urgenti e sono collegate”.
“E’ essenziale un cambio di passo che non sia una parziale modifica del rotta, ma un modo nuovo di procedere insieme. Se nella strada della lotta al cambiamento climatico, che si è aperta a Rio de Janeiro nel 1992, l “L’Accordo di Parigi ha segnato un nuovo inizio, bisogna ora rilanciare il cammino. Occorre dare un segno di speranza concreta. Questa COP sia un punto di svolta: manifesta una volontà politica chiara e tangibile, che porti a una decisione accelerazione della transizione ecologica” .
Il Papa, in questo senso, ha indicato tre “forme che hanno tre caratteristiche: siano – ha detto – efficienti, vincolanti e facilmente monitorabili. E trovi realizzazione in quattro campi: l’efficienza energetica; le fonti rinnovabili; l’eliminazione dei combustibili fossili; l’educazione a stili di vita meno dipendenti da questi ultimi”. “Per favore: andiamo avanti, non torniamo indietro. – è stato l’invito rivolto dal Papa ai leader mondiali – È noto che vari accordi e impegni assunti hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabilità adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze. Qui si tratta di non rimandare più, di attuare, non solo di auspicare, il bene dei vostri figli, dei vostri cittadini, dei vostri Paesi, del nostro mondo”.
“Siate voi gli artefici di una politica che dia risposte concrete e coese, dimostrando la nobiltà del ruolo che ricoprite, la dignità del servizio che svolge. Perché a questo serve il potere, a servire. E a nulla giova conservare oggi un’autorità che domani sarà ricordata per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario. La storia ve ne sarà riconoscente”.
Rivolgendosi ai leader mondiali Francesco ha, infine, detto loro: “anche le società nelle quali vivete, al cui interno vi è una nefasta divisione in ‘tifoserie’: tra catastrofisti e indifferenti, tra ambientalisti radicali e negazionisti climatici… È inutile entrare negli schieramenti; in questo caso, come nella causa della pace, ciò non porta ad alcun rimedio. È la buona politica il rimedio: – ha concluso – se un esempio di concretezza e coesione verrà dal vertice, ne beneficerà la base, laddove tantissimi, specialmente giovani, già s’impegnano a promuovere la cura della casa comune”.