Inchiesta ultrà, Marotta: Inter è parte lesa. E Inzaghi: Concentrati sulla partita, ho già parlato

2 Ottobre 2024
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“L’inchiesta sugli ultrà? Ho già risposto, ne ha parlato Marotta nel prepartita. Noi abbiamo ascoltato poco e lavorammo tanto perché c’era da preparare la partita in due giorni scarsi. Eravamo concentrati perché avevamo davanti una squadra che aveva fatto 8 vittorie e un pareggio in campionato Però son stati bravissimi tutti”. Lo ha detto il tecnico dell’Inter Simone Inzaghi, intervistato da Sky Sport dopo la vittoria contro la Stella Rossa in Champions League.

“Vorrei tranquillizzare i tifosi e noi stessi. Come i magistrati hanno dichiarato nel corso della conferenza stampa noi siamo parte lesa, non abbiamo nulla da temere Nello stesso tempo abbiamo garantito la massima collaborazione alla magistratura e chiaramente siamo a totale disposizione, lo eravamo prima e lo siamo a maggior ragione oggi». Lo ha detto il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, intervistato da Sky Sport sull’inchiesta che ha portato all’arresto di 19 ultras di Inter e Milan.

Ma gli investigatori profilano un orizzonte diverso. Secondo la tesi della procura di Milano, infatti,  l’Inter “alternando atteggiamenti variabili tra agevolazione colposa e sudditanza, intrattiene (indirettamente) rapporti con la criminalità organizzata e con la criminalità da stadio, incapace di interrompere in maniera netta tali relazioni”. L’inchiesta vede nel focus dei magistrati anche il Milan, palazzo di Giustizia sarà convocato anche il capitano del Milan Davide Calabria e altri testimoni. “L’incapacità di tagliare i rapporti pericolosi – scrive l’Ansa – è un’accusa pesante che i pm della Dda di Milano Paolo Storari e Sara Ombra hanno messo nero su bianco nella richiesta di custodia cautelare per gli ultrà delle curve di Inter e Milan che ha portato in carcere i vertici ultrà, arriva a Andrea Beretta, già in cella per l’omicidio di Antonio Bellocco, Marco Ferdico e Luca Lucci. Un’indagine per mettere fine al giro di affari illeciti, e, per i dirigenti delle tifoserie nerazzurre, ai legami con le famiglie calabresi che “ingolosite” hanno cercato di spiazzare i Bellocco e di mettere anch’esse le mani sul business altamente redditizio legato al racket dei biglietti, del catering, panini e birre compresi, dei parcheggi al Meazza e del merchandising. A ciò si aggiungono le estorsioni, le violenze messe in atto da veri e propri commandos addestrati, anche in campi in Polonia che dovevano essere “militarmente” forti, e un sottobosco che ruotava attorno al mondo dei rapper (…).Sia per il club nerazzurro che per quello rossonero, pur non essendo indagate le società, è stato aperto un “procedimento di prevenzione”: non è scattata la richiesta di amministrazione giudiziaria ma ci sarà un contradditorio con i legali dei club”.

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