Quattro sbarchi, con 168 migranti, a partire dalla mezzanotte a Lampedusa dove, ieri, ci sono stati 11 approdi con complessive 408 persone. Gli ultimi barchini soccorsi, tutti salpati da Sfax, avevano a bordo da un minimo di 31 persone ad un massimo di 53, fra cui donne e minori. Le operazioni di avvistamento e aggancio hanno avuto luogo tutte in zona Sar. I migranti sbarcati al molo Favarolo hanno dichiarato di essere originari di Etiopia, Somalia, Sudan, Guinea, Costa d’Avorio, Mali, Camerun, Gambia e Burkina Faso e d’aver pagato fino a 2.500 dinari tunisini per la traversata. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove all’alba, nonostante il doppio trasferimento di ieri con i traghetti di linea di 351 migranti, vi sono 807 ospiti, a fronte dei poco meno 400 posti disponibili.
Versioni contrastanti sul numero dei dispersi e su quando siano scomparsi emergono dai racconti dei 44 migranti sopravvissuti al naufragio del barchino di sei metri sul quale viaggiavano diretti a Lampedusa e che sono stati soccorsi dalla guardia costiera. Agli investigatori della Squadra Mobile, assistiti da mediatori culturali, in tanti hanno parlato di sei dispersi: una donna, un uomo con un figlio di un anno e tre giovani. Ma, nonostante le ripetute domande, non si riesce a isolare il momento in cui scomparirebbe: nessuno avrebbe saputo spiegare dove e quando sarebbero finiti in mare. Qualcuno dei naufraghi ha ipotizzato che i sei avrebbero cambiato barchino al momento dell’imbarco perché vi sarebbe stato più imbarcazioni che salpavano contestualmente. Ma oltre a quello sul quale viaggiavano loro, affondato in area Sar, non risultavano esserci stati altri naufragi. Ed è certo inoltre che le ricerche di dispersi e cadaveri della Guardia costiera, nel punto dove si è verificato il naufragio, hanno dato esito negativo.