Categorie: Cronaca

“Pronto soccorso come un ring”

 “Nel decreto approvato a fine settembre, firmato dai ministri della Salute e della Giustizia, sono state introdotte misure importanti, tra cui l’arresto in flagranza differita per le aggressioni al personale sanitario e danni alle attrezzature e alle strutture sanitarie. Si tratta di un inasprimento delle norme da parte del governo, reso necessario dai numerosi episodi gravi che hanno coinvolto medici e infermieri, divenuti bersaglio della rabbia di familiari e amici dei pazienti. Nei confronti di questi individui ci sarà un approccio rigoroso, volto a tutelare sia il personale che le strutture dove vengono curate le persone”.

Lo ha dichiarato Andrea Mascaretti, deputato di Fratelli d’Italia nelle commissioni Bilancio a Lavoro a Montecitorio, nel corso del Cnpr forum ‘Sanità in codice rosso: perché il pronto soccorso è diventato un ring?’, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

“Negli ultimi anni si è assistito a un accesso improprio e incontrollato ai pronto soccorso. Oltre a inasprire le pene – ha aggiunto Mascaretti -, è fondamentale coinvolgere maggiormente la medicina territoriale. Il governo, nella legge di bilancio, ha stanziato 500 milioni di euro , destinati a ridurre le liste d’attesa, anche attraverso interventi che permettono di identificare i casi urgenti e garantire le prestazioni sanitarie nei tempi giusti Questo aiuterà a ridurre l’uso improprio dei gettonisti e a utilizzare l’intramoenia senza costi aggiuntivi per i pazienti. “.

Secondo Marianna Ricciardi, parlamentare del M5s in commissione Affari sociali alla Camera, “L’episodio di Foggia, in cui gli operatori sanitari sono stati costretti a barricarsi per sfuggire alla furia dei parenti di una ragazza deceduta, è stato terribile. E purtroppo, non è un caso isolato: numerosi episodi simili vedono in pericolo gli operatori sanitari in tutta Italia. Ci troviamo di fronte a due fronti contrapposti: da un lato, medici e infermieri ‘stremati’ da turni estenuanti che superano le settanta ore settimanali; dall’altro, pazienti esasperati dalle lunghe liste d’attesa, con tempi di attesa di dieci mesi per una Tac o una colonscopia. Tutte le aggressioni devono essere condannate duramente, anche attraverso l’inasprimento delle pene per chi compie atti violenti contro gli operatori sanitari. Tuttavia, non possiamo illuderci che questo sia sufficiente. Il problema è anche strutturale, con gravi carenze di personale e struttura. È fondamentale investire adeguatamente nel Servizio Sanitario Nazionale, rendendolo una priorità assoluta. Ospedali di comunità e case della salute hanno bisogno di risorse umane come medici di base e pediatri di libera scelta, altrimenti rischiamo che queste strutture restino tristemente vuote”.

Stefania Piazzo

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