“Vergogna, vergogna, vergogna”. E’ l’urlo che si è levato forte da Piazza Santi Apostoli a Roma dove un migliaio di medici e infermieri, sfidando la pioggia leggera ed il cielo grigio, hanno manifestato nella giornata dello sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati Anaao-Assomed, Cimo -Fesmed e Nursing up contro la legge di bilancio 2025.
Slogan di rabbia per chiedere a questo governo ‘Rispetto e dignità’. Poi una minaccia dal palco da parte dei leader sindacali: “Se lo sciopero non basta, arriveremo a dimissioni di massa”.
“Viviamo in una condizione che definire drammatica è poco: stipendi bassi, strutture fatiscenti, violenza, assenza di medicina sul territorio, e a pagare le conseguenze sono i cittadini . Dopo 15 anni di costanti disinvestimenti nella Sanità pubblica – afferma dal palco il segretario Anaao Pierino Di Silverio – si danno ai medici 14 euro in più al mese”.
Ed ancora: “Ogni cittadino che si cura nel privato è una sconfitta per lo Stato e per noi medici del Ssn. Chiediamo a questo governo, che non è più o meno responsabile dei governi precedenti, una scelta di coraggio. Per quanto ci riguarda, siamo autonomi da qualsiasi partito e non siamo al libro paga di alcuno”.
Quattro le richieste scandite da Di Silverio: “Riforme, risorse, sicurezza, formazione”. Quindi, l’impegno dal palco con le altre organizzazioni ed i manifestanti: “Arriveremo ad azioni estreme. Se non dovesse bastare lo sciopero , dobbiamo arrivare alle dimissioni di massa. Se la nostra presenza non è apprezzata, faremo sentire pesantemente la nostra assenza”.
Riacquistare la “dignità professionale” è la priorità indicata anche da Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed: “Finora la sanità è servita solo a fare affari o per le campagne elettorali. Ora basta”.
In pantaloni mimetici, anche il presidente degli infermieri del Nursing up Antonio De Palma, al grido di ‘Vergogna’, ha ricordato che agli infermieri è riconosciuto un aumento nel 2025 di 7 euro: “Non accettiamo più di essere considerati dei fantasmi. Il governo stanzi le risorse. Perché anche gli infermieri stranieri che si vogliono far arrivare andranno via dall’Italia a queste condizioni, come hanno già fatto 30mila infermieri italiani andati all’estero”. Infine, dal palco prende la parola una giovane specializzanda. E’ lei a concludere la manifestazione leggendo la lettera inviata al premier Giorgia Meloni. Al momento, concludono i leader sindacali, non è giunta alcuna risposta.
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