“La Cisl sta confermando che vivere al Nord, con gli stipendi che non reggono il costo reale della vita, specialmente in Lombardia, è un “atto di coraggio”, soprattutto se si opera nell’ambito dei trasporti. Il dossier reso noto oggi segnala più criticità”, scrive in una nota Patto per il Nord.
“Punto primo, più della metà delle lavoratrici e dei lavoratori, ben il 56%, si dichiara insoddisfatto, contesta l’indagine, realizzata da BiblioLavoro, Centro studi della Cisl Lombardia. “Una situazione inaccettabile – si legge – soprattutto in una regione come la Lombardia, e in particolare un’area come il milanese, dove il costo della vita è tra i più alti d’Italia. I salari, spesso fermi da anni, non sono più sufficienti a garantire un’esistenza dignitosa. Rivendichiamo con forza il diritto a una retribuzione giusta e proporzionata al contesto in cui si vive e lavora”, commenta la Cisl. Bene, allora si porti avanti una politica di sindacato del territorio, sarebbe ora”.
“Ci fermiamo qui. E ci interroghiamo: chi è il ministro dei Trasporti? Fortuna che è milanese. Cosa si fa per smettere di non vedere la grave situazione che colpisce non solo i dipendenti dei trasporti e della logistica, ma tutti i lavoratori che al Nord pagano il prezzo di un’ingiustizia sociale inaccettabile, in un’area tra le più produttive d’Europa?! Patto per il Nord rivendica una politica dei salari equa, che renda giustizia e dia stabilità a milioni di famiglie, ma non solo. E’ indispensabile ripartire da una politica abitativa che ancora oggi è ferma agli anni della Gescal e che nell’edilizia ha da decenni buttato via la chiave di piani di investimento perché la casa torni ad essere un diritto, a Milano, in Lombardia e in tutte le aree urbane. Salari e casa, trasporti che supportino la velocità della Padania che lavora. Ma, a quanto pare, queste priorità sono uscite dai radar della Salvini Premier così come nei partiti da destra a sinistra, indistintamente”, chiude la nota.
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