Categorie: Cronaca

Tre morti sul lavoro in un giorno. E non fanno più notizia

 “Dalla tarda serata di ieri, 24 marzo, a questa mattina già tre operai hanno perso la vita sul luogo di lavoro. Nicola Sicignano è morto ieri sera, aveva 51 anni e ha perso la vita rimanendo con il braccio e la testa nel nastro trasportatore in un’azienda di smaltimento rifiuti di Sant’Antonio Abate (Napoli). Daniel Tafa, 22 anni, è deceduto nelle prime ore di stamani, trafitto alla schiena da una scheggia incandescente mentre lavorava ad una macchina di ingranaggi industriali nella fabbrica Stm di Maniago (Pordenone). Inoltre, mentre i più stavano percorrendo stamattina il consueto tragitto casa-lavoro, è morto un altro operaio, stavolta di 38 anni, tranciato da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata dell’autostrada A1, all’altezza di Orvieto (Terni), del quale ancora non sono state diffuse le generalità”. Lo scrive l’Anmil in una nota.“Il tempo di coricarsi e svegliarsi per ricominciare la giornata e il dramma nazionale che sembra sempre più aver trovato una normalizzazione ci consegna le salme di altri tre operai”, dichiara il Presidente nazionale ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) Antonio Di Bella. “È davvero questa la società in cui crediamo? Il Paese che vogliamo consegnare alle generazioni che ci seguiranno?”, chiede Di Bella, che continua dicendo che “il tempo per il commiato è finito da parecchio, così come quello delle false promesse”.

“Come Associazione chiediamo da tempo l’istituzione di una Procura Nazionale del Lavoro capace di concentrare il coordinamento delle indagini dei procedimenti per i reati in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e rispondere all’urgenza di una giustizia uguale per tutti, ma soprattutto – conclude il Presidente – di una giustizia che incuta timore a quanti continuano ogni giorno, ogni ora, a mettere il profitto davanti all’obbligo di formazione e all’applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.”Le sedi Anmil di Pordenone, Napoli e Terni con l’Ufficio legale, Patronato e CAF sono da subito a disposizione dei familiari delle vittime a tutela dei diritti e per onorare degnamente la memoria dei lori cari”, termina la nota.

“Tre operai di 22, 38 e 50 anni sono le ultime vittime di una strage infinita sul lavoro. Queste tragedie, che affondano le loro cause nel risparmio ad ogni costo, nella fretta, nella mancanza di investimenti e di controlli, non possono essere fermate con interventi più o meno burocratici”. Così, in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David, in merito ai tre infortuni mortali delle ultime ore, in provincia di Napoli, Pordenone e Terni.Per la dirigente sindacale, “la svalorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori è la vera responsabile di queste morti e nessun appello generico alla cultura della sicurezza può essere efficace senza una cultura della centralità della persona sul profitto”. “Con i referendum sul lavoro dell’8 e del 9 giugno, promossi dalla Cgil, vogliamo invertire questa logica intervenendo sulle responsabilità nella catena degli appalti e sulla precarietà. Senza questo cambio di paradigma – conclude Re David – la strage non si fermerà”. 

credit foto shraga-kopstein-LGrAAtoXLr4-unsplash

Redazione

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