di Sergio Bianchini – La rissosità permanente a tutti i livelli è la caratteristica ormai della vita politica e sociale in Italia. Ma non solo in Italia. La difficoltà di formare governi è ormai caratteristica di molti paesi europei nei quali si moltiplicano le elezioni col sistema maggioritario o la formula della grossa coalizione ossia l’entrata al governo di forze tradizionalmente ostili.
Le vicende degli USA sono una prova grandiosa di questa tendenza, dominante in tutto l’occidente, ad una guerra civile fredda permanente. Guerra fredda che si trova difronte ad una crisi economica ormai permanente ed alla incredibile difficoltà nell’affrontare i problemi ordinari e straordinari della vita quotidiana.
Un potere supremo dovrebbe dunque esistere ed essere capace di condizionare la rissosità ed assicurare, sopra la universale tendenza alla divisione, la costituzione di classi dirigenti e governanti composte con mix voluti e anche desiderati delle fazioni e con l’esclusione degli elementi più fanaticamente faziosi.
L’architettura costituzionale dovrebbe trovare il modo di risolvere questo problema senza l’artificio della moltiplicazione abnorme per via legale del potere di una fazione solo leggermente prevalente. I sistemi elettorali maggioritari fanno esattamente questo e moltiplicano in realtà i rancori sociali e la tensione seppellendoli solo temporaneamente. I giubbetti gialli francesi ne sono una prova.
Storicamente fu la monarchia a costituire il potere supremo al di sopra delle parti ma appena la monarchia diveniva incapace di attuare la mediazione e la sintesi governativa lo scontro arrivava al vertice con ribellioni, omicidi, deposizioni o cambiamento di dinastie.
Il potere monarchico è la continuazione dell’antichissimo potere militare, il potere supremo ottenuto con le armi. Potere supremo che veniva conquistato con immani sacrifici ma che dopo la vittoria deve gestire la società, tutta, con le sue consuete divaricazioni.
In Europa esistono oggi 12 monarchie: Andorra, Belgio, Danimarca, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Monaco, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svezia, Città del Vaticano.
Particolare è la vicenda spagnola dove la monarchia è stata ristabilita con unanime consenso delle forze emerse alla caduta del fascismo nel 1978. Forse gli spagnoli erano e sono tutti consapevoli della propria rissosità. Ail monasrca si dice avere poteri limitati ma è il capo delle forze armate, quindi garante del potere supremo. E la sua carica non è elettiva ma ereditaria.
L’Italia ha visto la caduta della monarchia al termine della seconda guerra mondiale, con un referendum (1946) nel quale emerse come sempre la differenza tipica di nord e sud. Al sud vinse la monarchia, al nord la repubblica. La differenza a favore della monarchia fu molto tenue.
Da allora la chiesa cattolica è diventata l’elemento equilibratore della nazione Italia nata con la forza armata dei Savoia contro il potere pontificio. La Chiesa cattolica, che a molti sembra in declino, in realtà si è auto eclissata dalla vita nazionale dopo le vicende del divorzio, e la caduta della democrazia cristiana.
I papi stranieri succeduti ai papi lombardo veneti sono la conseguenza di questo ecclissamento della chiesa italiana che si è proiettata in Africa, medio oriente e centro-sud America in una militanza auto consolatoria ma problematica per la società italiana.
Problematica perché oltre a demolire un pilastro storico di sostegno di fatto capta enormi energie umane intellettuali e materiali italiane e le dirotta in tutto il mondo continuando però a caricare la società italiana degli oneri che derivano da questa nuovo solidarismo universale.
Speriamo, e vedo segni di questo, che la chiesa italiana si renda conta della immane rovina in cui versano la società e lo stato italiano e si converta presto ai nuovi compiti necessari per una rinascita.
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