di Matteo Rigamonti – Le notti del 31 ottobre e del primo novembre hanno visto la Brianza animarsi con le celebrazioni di Halloween, che hanno registrato una partecipazione entusiastica da parte di grandi e piccoli. Strade e piazze si sono riempite di costumi colorati, decorazioni suggestive ed eventi tematici, trasformando le nostre città in luoghi di festa e condivisione.
Non si tratta semplicemente di una festività importata da culture anglosassoni. Halloween affonda le sue radici anche nella nostra storia locale, richiamando tradizioni ancestrali che fanno parte del patrimonio culturale dell’Insubria. Prima dell’avvento del cristianesimo, il nostro territorio era abitato da popolazioni celtiche, tra cui gli Insubri, che celebravano il Samhain. Questa festività segnava la fine del raccolto e l’inizio dell’inverno, un momento in cui si credeva che il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, permettendo alle anime dei defunti di tornare tra i viventi.
Con l’affermarsi del cristianesimo a partire dal quarto secolo dopo Cristo, grazie all’emanazione dell’Editto di Milano nel 313, queste tradizioni non scomparvero immediatamente. Per secoli, soprattutto nelle comunità rurali, le usanze pagane continuarono a convivere con le nuove celebrazioni cristiane. È solo nel sedicesimo secolo, con l’opera di figure come Carlo Borromeo, che si cercò di eliminare definitivamente le pratiche pagane residue. Tuttavia, molte di queste tradizioni sono sopravvissute nel tempo, integrandosi nella cultura locale.
Un esempio significativo è la tradizione del Giorno della Lumèra nell’area lecchese. Qui, il 31 ottobre, i bambini intagliano zucche per creare lanterne, le “lumère”, che vengono accese e esposte nelle case o portate in processione. Questa usanza richiama direttamente le antiche pratiche celtiche e testimonia come le nostre comunità abbiano conservato nel tempo elementi di quelle celebrazioni pagane. La lumera, con la sua luce fioca, simboleggia il legame tra i vivi e i defunti, unendo passato e presente in un’unica tradizione.
Le recenti celebrazioni di Halloween in Brianza hanno quindi rappresentato non solo un momento di divertimento, ma anche un’opportunità per riscoprire e valorizzare le nostre radici culturali. La grande affluenza agli eventi organizzati sul territorio dimostra come questa festa sia ormai parte integrante del nostro patrimonio, un’occasione per riflettere sulle nostre origini e mantenere viva la nostra identità.
È tempo di riconoscere che le nostre tradizioni non si limitano a quelle ufficialmente celebrate, ma abbracciano anche quelle radici antiche che hanno forgiato la nostra cultura. Continuare a ignorare o sottovalutare Halloween come una festa estranea significa rinnegare una parte della nostra storia. Chi si dichiara difensore della tradizione dovrebbe ricordare che le nostre vere radici affondano anche nelle celebrazioni celtiche giunte fino a noi attraverso i secoli.
Rispettiamo tutte le tradizioni, antiche e moderne, perché è attraverso la loro conoscenza e celebrazione che manteniamo viva la nostra identità culturale. Invece di arroccarci su posizioni rigide, apriamoci alla ricchezza del nostro passato e riconosciamo che Halloween è, a pieno titolo, parte del nostro patrimonio.