Il terrore sanitario e la “ghigliottina” in plexiglass. L’ultimo regalo della “rivoluzione”

6 Giugno 2020
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di Laura Aresi – E così alla fine il Decreto scuola è stato approvato definitivamente alla Camera ed è legge. L’annuncio del ministro pentastellato Lucia Azzolina toni inequivocabilmente trionfalistici, ed è – ça va sans dire – affidato a quella pagina Facebook attraverso cui abbiamo imparato a familiarizzare, nei mesi covidiani, con la scuola in particolare, e la vita in generale, affidate alle magnifiche sorti progressive della pseudo socialità cibernetica.

Andrà dunque segnata bene nella memoria questa data, 6 giugno 2020: sì, perché rimarrà impressa agli annali come il funerale della scuola. Una scuola fatta di molti volti incasellati come in tante piccole lapidi dei colombari del digitale.

Il cigno nero dell’istruzione italiana ce l’ha dunque fatta a seppellire una delle poche cose che nel Belpaese potevano ancora dirsi funzionanti, benché sovente a metà: con la scusa di mettere nero su bianco un provvedimento nato in periodo d’emergenza per “chiudere regolarmente l’anno in corso”, un anno su cui sarebbe stato più dignitoso tirare decisamente una riga, e di “mettere al centro gli studenti e garantire la qualità dell’istruzione”, il Governo in carica ha definitivamente affossato cent’anni e oltre di diritto allo studio come emancipazione del nostro futuro: un’emancipazione che si coltivava non a caso in luoghi preposti e separati dal contesto familiare d’origine, perché la scuola deve insegnare principalmente al discente a recidere il cordone ombelicale e a costruirsi la propria libertà personale nel contesto del consorzio civile. Una scuola di umanistica matrice che con la nuova normativa del terrore sanitario e del sindacalismo estremo ormai non ha più niente a che spartire.

Non aspettiamoci proprio nulla di buono per settembre, a meno che non si riesca ad archiviare anche questo sciagurato governo in un bel cofanetto di plexiglass da rispedire al mittente e a convertire le già pronte cabine scolastiche in cabine elettorali. Sarebbe veramente la migliore delle riaperture per l’anno scolastico a venire.

Photo by Ivan Aleksic

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