Categorie: Cultura

La carica dei Nipoti di Babbo Natale: tanta solidarietà e desideri realizzati per i nonni delle RSA

di Veronica Fino – Uno straordinario successo dell’iniziativa che fa felice gli anziani durante il periodo delle Feste. L’iniziativa “Nipoti di Babbo Natale”, è un progetto di “Un Sorriso in Più” Onlus che permette a chiunque di realizzare il desiderio di un anziano ricoverato in una RSA e diventare così “nipote” del Babbo più famoso al mondo quest’anno giunge alla sesta edizione.

Si tratta di una rete che mette in contatto le case di riposo iscritte ad essa con gli utenti, che trovano sul sito dedicato ciò che i loro ospiti vorrebbero come dono di Natale. Perché a volte la nostra società si rivela così capace di divorare il nostro tempo, su più aspetti, di farci correre senza talvolta un motivo concreto, ci fa dimenticare che anche le persone anziane, quelle che con accezione spesso spregiativa si definiscono “vecchi”, hanno i loro sogni.

Dal 2018, anno di ideazione del progetto, il numero di adesioni, arrivate da ben 652 residenze sparse in 18 regioni italiane è diventato incredibile, con attualmente 33989 desideri realizzati. Cifre in costante crescita.

Un enorme lavoro innegabilmente curato nei dettagli per la fattibilità da parte di infermieri, animatori, assistenti interni alle RSA che raccolgono e più volte scrivono via via i desideri dei nonnini, poi pubblicati settimanalmente ogni mercoledì alle 18:30 sul sito. 

Per molte persone in età senile il periodo delle Festività, secondo solo a quelle delle vacanze, nasconde o rappresenta in egual misura, un insieme di emozioni che spesso sfociano in malinconia e solitudine, poiché per molti di loro saranno istanti vissuti nelle strutture di lungo degenze senza gli affetti più cari. I motivi sono disparati e noti: taluni lasciati soli dalle famiglie, altri ormai con famiglie composte da altri membri troppo anziani per poter far loro visita o compagnia.

Molti di loro sono persone sole, grandi anziani, che per una volta si sentono parte della comunità che hanno contribuito a costruire. Si sentono considerati, amati, ancora profondamente vivi, oltre gli acciacchi, oltre le rughe e le gambe che magari non li fanno più stare in piedi, oltre alla testa che gioca brutti scherzi neurologici.

Stupirà forse, ma per molti ospiti il desiderio è esprimere generosità: l’unica richiesta è quella di aiutare persone in difficoltà: due anni fa una Signora lombarda chiese di poter fare una donazione a un centro antiviolenza.

La Signora Cesarina aveva 91 anni quando scrisse nella sua lettera che a lei «non mancava nulla”, ma che le sarebbe piaciuto poter dare un aiuto per gli animali, e che il suo stesso dono potesse andare a chi non ha modo di chiederlo in prima persona. Si rivolse quindi agli ipotetici nipoti affinché donassero a loro volta a un canile a loro noto, mentre per rendere felice lei, sarebbe stato sufficiente un bigliettino di auguri.

Per altri il desiderio è invece una necessità: un paio di scarpe da ginnastica “per poter tornare nel giardino a sentire il profumo del roseto in giardino”, una tuta con la quale fare fisioterapia e stare al caldo. Per qualche ospite femminile c’è la richiesta di un profumo, di una palette di trucco perché “il trucco la fa immaginare durante le grandi serate a teatro o danzando alla balera”. Un vezzo che sfocia in dolce rievocazione di un tempo nel cui ricordo farsi cullare.

Ci sono desideri più semplici da realizzare, come quello di un capo di abbigliamento, un profumo, un libro o delle calde pantofole, caramelle-dolciumi-e-dolcezza, e altri invece più complessi, ma altrettanto riusciti.

La storia del Signor Bepi, un non più tanto arzillo giardiniere ospite nella Bergamasca, è un esempio di queste storie di desideri esauditi, almeno in parte.

Nemmeno a sottolinearlo, è un fan dell’Atalanta, e grazie alle parole con cui ha espresso il suo sogno, siamo state in due a cercare di portarlo alla realtà: con l’aiuto delle operatrici della sua residenza, abbiamo pensato a dividerci i compiti come nipoti. L’altra ragazza avrebbe pensato al gagliardetto, io invece a un modo per portarlo a vedere una partita della sua squadra del cuore.

Ed ecco che scrissi all’ufficio stampa del team, e che ottenni così un invito per assistere dalla tribuna a un match, nella primavera a venire (era il Natale del 2022) per lui e per un accompagnatore, e naturalmente un altro gagliardetto a lui dedicato da parte dei giocatori.

C’è chi chiede  un libro per vagare con la fantasia, chi un diario, perché “scrivere pensieri e ricordi aiuta la memoria”, che il tempo fa sbiadire, e lascia un segno di sé ( -non è forse questa una costante ricerca nella vita delluomo, lasciare una traccia di noi?- n.d.r.), sperando di trovare così un’amica di ogni età per poter scambiare un poi di quei pensieri e ricordi attraverso la scrittura?

Poesia delle lettere scritte… non a caso, “Nipoti di Babbo Natale” nasce dopo l’altro lodevole progetto della Onlus, Nipoti di penna: una corrispondenza, molto di frequente scritta a mano, fra i nonni e le nonne in strutture sanitarie e persone a loro prima ignote, ma con le quale instaurano un vero e continuativo rapporto epistolare caratterizzante sempre la nascita di amicizie intergenerazionali.

Esperienze che permettono di scoprire e riscoprire un lato diverso per ognuno di noi, accomunato però dalla curiosità e dalla sorpresa che chi si rivolge poi a noi sia così in grado, pur narrando della passione per i fiorellini del giardino che si vede dalle finestre delle loro stanze e della tombola del pomeriggio, di lasciarci un pezzo di sé pur non essendosi mai visti di persona. Come nel mio caso con la Signora Ornella.

Fu ospite in una casa di riposo nel fiorentino, durante il periodo non periodo del Covid; mi colpì la sua presentazione singolare, e subito chiesi per poter iniziare a scriverle, e le nostre lunghe lettere sono state prezioso dono da attendere con gioia, quella di quando eri piccina e ti arrivava una missiva dall’amichetta conosciuta al mare durante l’estate e profumava ancora di buono. Come quello che contraddistingueva la spontaneità dei tempi di scambio, il racconto del quotidiano che diventa epico e straordinario allo stesso tempo.

Quest’anno la Signora Lidia, a Carugate nel milanese, ha compiuto 102 anni, scrive che le piace sfogliare le riviste, colorare, guardare la tv e andare a messa, e spera di ricevere un abbonamento a una rivista religiosa da parte di un nipote.

Sappiamo quanto sia grande l’impatto positivo della musica nelle nostre vite, d’altronde la musicoterapia per anziani, bambini e persone speciali come quelle affette da patologie  fisiche e psichiatriche è nella letteratura medica. Clelia da Treviso è un’ospite di 85 anni e racconta di come ha scoperto il tamburo armonico durante le attività ricreative in struttura e di quanto le piacerebbe averne uno tutto suo da utilizzare ogni volta che ne ha voglia.

Come lei, anche Giuseppa vorrebbe uno strumento musicale, “per trasmetterle un po’ di allegria”.

Un altro bellissimo desiderio realizzato in passato è stato quello del Don Lino, pianista di 84 anni, che deliziava gli altri ospiti con la sua musica fino a quando il pianoforte non si ruppe. Ma un gruppo di musicisti scelse di donarne un altro alla struttura dove alloggiava.

Dalle altre piccole richieste con fogli e colori, o effetti personali nuovi e adatti per contrastare il freddo (“con cui scaldarsi il cuore nel freddo inverno”): guanti, cappelli, berretti, scialli (come diceva la mia nonnina, la Chiarina dagli occhi blu -n.d.r.-), scarponcini a quelle più complesse e dispendiose, come i regali I-Tech, con lo scopo di avere l’uso di internet per streaming e videochiamate con gli amici e le amiche di un tempo, emerge che tutti loro hanno ancora molto a cui ambire e da donare a loro volta.

Il tempo da condividere con un proprio caro, un proprio caro e nuovo nipote, è una delle richieste più intime di molti di loro, che sperano solo di potersi far trovare pronti, per quel momento da trascorrere insieme, vestiti di tutto punto, con l’emozione che traspare ad ogni passetto tremolante o ad ogni mano che stringe chi ha la voglia e il coraggio di vederli oltre la coltre dei capelli grigi e il pallore dei volti.

Vederli.

Quali persone e quali tesori preziosi, che da questi incontri, da questi “post-it virtuali” pubblicati su una bacheca, divengono irrimediabilmente doni e ricordi per le nostre stesse vite.

Siete ancora in tempo per un pensiero diverso sul modo in cui aiutare in questi giorni di Feste e di storie.

Storie di cui parlare, anche a Natale, storie di cuore.

Redazione

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