Categorie: Cultura

La Lega di Eco e Narciso

di Stefania Piazzo – Ha fatto, giustamente, indignare, l’evoluzione acrobatica della proposta di legge di un parlamentare della Salvini Premier che chiede di sanzionare con una multa da 5mila euro, così pare, la declinazione al femminile delle cariche pubbliche.

Ma che problema c’è? La lingua evolve. Le donne entrano in politica e magari sentono la necessità di adeguare al corso dei tempi e alla loro legittima identità, il genere femminile a cariche nate maschili, quando ancora loro non godevano del diritto di voto. Giusto per un ripasso.

Mantenere la carica al maschile per qualcuna può sembrare una conquista, per altre un adeguarsi a termini che non caratterizzano il loro mandato. Sindaco o sindachessa? Decida la donna, non la legge della Lega.

Ma vietare, ovvero rendere fuorilegge, la libertà di scelta, è fuori dalla storia. La storia non si può fermare o riportare indietro, anche se si è rappresentanti del popolo sovrano. Perché la sovranità lessicale, non è qualcosa che si tira un po’ di qua e un po’ di là, per una ragione di “ordine”. Rispetto a cosa, a quali certezze messe in discussione?

Decenni fa, nel secolo scorso, si provò a vietare alcuni termini rispetto ad altri. Furono messi al bando i nomi stranieri, per rafforzare l’identità nazionale. Era un obbligo figlio di quella cultura, di quel periodo storico. Ma oggi, di cosa può essere figlia quella proposta di legge? Fatevi una domanda e datevi una risposta.

E’ vero che la Lega ha avuto successo calcolando che la candidatura di un generale avrebbe portato un valore aggiunto elettorale, in termini di consenso, sponsorizzando le vedute critiche di un mondo al contrario. E che quindi la versione di un mondo al contrario potrebbe aver contagiato anche chi sta in parlamento. Ma le donne non sono un mondo al contrario, né lo sono le loro conquiste sociali.

Perché piuttosto, non vietare gli incapaci in politica? Perché non sanzionare chi produce danni alla guida di una pubblica amministrazione? Troppo difficile da scrivere una norma così?

Questo capitolo di alta politica che, ben presto, si spera, cadrà in oblio, ci riporta alla mente il mito di Eco e Narciso. La voce di Eco inutilmente viene ignorata da Narciso. La donna resta nell’ombra, “riecheggia” inascoltata tra le montagne, vaga eco appunto di un mondo dove è Narciso con la sua “bellezza” maschile a dover primeggiare. Perché darle ascolto? Tutto deve declinarsi secondo il suo nome, secondo i suoi canoni. Fino a quando cade prigioniero di se stesso, specchiandosi nell’acqua, fino al tentativo di raggiungersi in quello specchio, e venirne risucchiato, sparendo.

credit foto towfiqu-barbhuiya-5u6bz2tYhX8-unsplash

Stefania Piazzo

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