di Carlo Andreoli – La Silp Fipe, associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, qualche giorno fa ha presentato ricorso al Tar in merito al provvedimento sulla chiusura delle discoteche. Gli esponenti dell’associazione sono disposti a ritare il ricorso, a condizione che vi sia un serio sostegno economico a favore della categoria.
Il governo, durante la formulazione del provvedimento amministrativo, si era espresso sostenendo che sarebbero bastati 100 milioni di euro per coprire le mancate entrate del settore. L’associazione però non era dello stesso avviso, sottolineando che occorressero 4 miliardi per coprire le perdite complessive. Infatti quei famosi 100 milioni servirebbero a coprire le perdite delle sole riaperture del 13 giugno, che rappresentano un numero esiguo di discoteche, visto che la maggior parte dei locali notturni non riapre dal 23 Febbraio.
Diversi esponenti del panorama politico, sostengono che la riapertura delle discoteche possa rappresentare una forma di tutela dalla situazione emergenziale vissuta, visto che la stragrande maggioranza di queste, tracciava tutti coloro che entravano, misurando febbre ed imponendo obbligo di mascherine (sicuramente difficile da far rispettare in locali di quel tipo). Ora i giovani dove si riverseranno? In rave illegali nei parchi? Nelle piazze? Nelle strade?
Sicuramente non è semplice dare una risposta, ma è giusto porsi almeno qualche domanda elementare prima di stilare dei provvedimenti che potrebbero mettere in ginocchio un intero settore.
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