Bankitalia gela il Governo. “Sgravi contributi mettono a rischio le pensioni”. E rivede il Pil al ribasso

8 Ottobre 2024
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Doccia fredda, gelata, sulla politica economica del Governo. “Riguardo alle misure espansive delineate, se una valutazione compiuta richiede maggiori dettagli, assume rilevanza l’intenzione di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro. Come già sottolineato in sede di audizione sul Def verrebbe meno a livello aggregato l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza”. Lo si legge nella memoria della Banca d’Italia sul Piano strutturale di bilancio, illustrata da Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, audito dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato. 

Ma non solo.  Il Piano strutturale di bilancio include importanti riforme, ma mancano informazioni dettagliate sulla loro attuazione, in particolare sulle scadenze, secondo Altimari. “Le riforme indicate nel Piano per ottenere l’allungamento del periodo di aggiustamento affrontano alcuni dei principali problemi strutturali del Paese. Esse riguardano in particolare: la giustizia, la Pubblica Amministrazione, l’ambiente imprenditoriale, il fisco, il controllo della spesa pubblica (su quest’ultimo punto, il documento è relativamente scarno). Va segnalato – ha sottolineato Altimari – che il Piano presentato al Parlamento non include informazioni dettagliate circa le scadenze temporali degli obiettivi delle riforme e degli investimenti che consentirebbero l’allungamento del periodo di aggiustamento, né indicatori idonei al loro futuro monitoraggio. Si tratta di informazioni estremamente utili, come suggerito dall’esperienza del PNRR”.

Ma a chiudere il cerchio anche questo. Nel 2025 la crescita del pil si dovrebbe collocare ad un livello più basso di quanto previsto dal governo. Spunti di “cauto ottimismo” ha invece espresso per il medio termine. A breve Bankitalia comunque procederà alla revisione delle stime di crescita e queste “per il prossimo anno saranno un po’ sotto di quanto previsto dal quadro programmatico del governo”, che per il 2025 prevede un pil al +1,2%. Tuttavia, doversi elementi “fanno sperare bene per il futuro. Cresciamo più di altri Paesi, è stata effettuata una revisione del sistema industriale selettiva e sono sul mercato imprese più forti, questo si riflette sull’adamento positivo dell’export. Anche gli investimenti in costruzioni, al di là dei generosi bonus, vanno bene. Possiamo contare – ha concluso Altimari – su forze importanti del sistema produttivo”.

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