Ciao Italia. La metà delle nostre imprese va in Spagna a investire

21 Giugno 2024
Lettura 3 min

Il rapporto di lunga data tra le imprese italiane e il mercato spagnolo gode di buona salute. E’ questa la principale conclusione del primo “Barometro sul clima e le prospettive degli investimenti italiani in Spagna”. Lo studio, elaborato dalla Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna (Ccis) in collaborazione con Analistas Financieros Internacionales (Afi) e con il patrocinio dell’ambasciata d’Italia a Madrid, indica che il 90 per cento delle imprese italiane considera la presenza nel Paese iberico strategica per il proprio modello di business. Parte di questa importanza e’ dovuta al fatto che il mercato spagnolo rappresenta per le aziende italiane una piattaforma per le loro attivita’ in Sud America (27,6 per cento degli intervistati) o in Portogallo (25,9 per cento). Interrogate su aspetti particolari dell’attivita’ imprenditoriale, il 75,5 per cento delle imprese italiane stabilite in Spagna valuta positivamente il clima imprenditoriale del Paese.

Su una scala da 1 a 5, il loro giudizio complessivo e’ di 3,1, essendo la qualita’ della vita (3,7), lo sviluppo e il coinvolgimento di pratiche sostenibili (3,6) e il grado di digitalizzazione (3,3) i parametri piu’ apprezzati. Nessuna azienda intervistata e’ in disaccordo con l’affermazione che la Spagna ha una buona qualita’ della vita. Sul fronte negativo, le imprese italiane in Spagna ritengono che la principale debolezza del Paese come destinazione degli investimenti sia la pressione fiscale (2,1 su una scala da 1 a 5). Lo scarso sostegno pubblico alle politiche di R&S&I (2,4) e l’inadeguatezza della normativa sul lavoro (2,7) sono le altre due principali debolezze dell’economia spagnola, secondo l’indagine.

Per quanto riguarda le loro prospettive, due aziende su tre intervistate (66 per cento) prevedono un aumento del loro fatturato in Spagna nel 2024. Inoltre, il 49,1 per cento prevede un aumento degli investimenti e il 43,4 per cento un aumento dell’occupazione. Alla domanda su un’ipotetica necessita’ di ridurre gli investimenti in Spagna, solo il 4,5 per cento delle aziende intervistate prenderebbe in considerazione la possibilita’ di abbandonare completamente questo mercato. In una situazione del genere, il 40,9 per cento delle aziende italiane ricorrerebbe al ridimensionamento.

Tra le aziende italiane che prevedono di effettuare nuovi investimenti in Spagna nel 2024, il 26,4 per cento sviluppera’ attivita’ di innovazione, il 22,6 per cento investira’ per aumentare la produttivita’ e la stessa percentuale destinera’ fondi per espandere geograficamente la propria attivita’ in Spagna. Tra le aziende italiane che intendono effettuare nuovi investimenti in Spagna quest’anno, il 26 per cento prevede di allocare maggiori risorse nella regione di Madrid, il 12,3 per cento in Catalogna e il 9,6 per cento in Andalusia. Da quando i dati sono stati registrati sistematicamente nel 1993, gli investimenti diretti esteri (Ide) italiani si sono concentrati su Madrid, con il 47 per cento del totale, seguita dalla Catalogna (30 per cento) e dalla Comunita’ Valenciana (8 per cento).

In termini di flussi cumulati nel periodo 2000-2023, l’Italia e’ la sesta economia in termini di investimenti diretti in Spagna. In questi anni si sono verificati importanti investimenti italiani nel paese iberico – il piu’ rilevante e’ l’acquisto di Endesa da parte di Enel, un’operazione del valore di 18.640 milioni di euro – ma al di la’ di situazioni specifiche, due settori si distinguono per il mantenimento di un flusso stabile di investimenti: il commercio all’ingrosso e il settore immobiliare, come sottolinea il rapporto. Gli Ide italiani in Spagna hanno generato un totale di 102.810 posti di lavoro nel 2021, di cui 62.180 diretti e 40.630 indiretti, e dal 1993 la Spagna ha accumulato 35,75 miliardi di euro di Ide dall’Italia.

Per la Spagna, secondo i dati Icex, l’Italia e’ il terzo mercato di esportazione a livello globale, dopo Francia e Germania. Il volume della bilancia commerciale tra i due Paesi e’ aumentato notevolmente negli ultimi anni. Nel 2023, secondo i dati di fonte spagnola, la Spagna esportera’ 34.096 milioni di euro verso l’Italia e importera’ 32.118 milioni di euro dall’Italia, cifre che in entrambi i casi sono quasi doppie rispetto al 2014. Il Barometro evidenzia anche le condizioni macroeconomiche in cui operano le due economie, che sono riuscite a chiudere il 2023 con aumenti dei rispettivi Pil superiori alla media UE (0,5 per cento).

La Spagna, in particolare, ha guidato la crescita delle grandi economie dell’eurozona, con un incremento annuo del 2,5 per cento, mentre l’Italia ha registrato una crescita dello 0,7%. E secondo le previsioni dell’Afi, entrambi i Paesi chiuderanno il 2024 con una crescita superiore alla media Ue: 0,5 per cento contro lo 0,6 per cento dell’Italia e il 2,3 per cento della Spagna. Il tutto in un contesto di lotta all’inflazione e di tensioni geopolitiche. Nonostante queste difficolta’, piu’ della meta’ delle imprese italiane stabilite in Spagna (56,6 per cento) non ha percepito cambiamenti significativi nel clima degli affari negli ultimi dodici mesi.

Le indagini su cui si basa questo primo barometro sul clima e le prospettive degli investimenti spagnoli in Italia sono state effettuate tramite un questionario online tra il primo febbraio e il 15 aprile 2024. Hanno partecipato 53 aziende, con una rappresentanza eterogenea in termini di dimensione dell’organico, fatturato e settore di attivita’. Le risposte sono pervenute dalle 17 comunita’ autonome, oltre che da Ceuta e Melilla, con una particolare incidenza delle aziende situate nella Comunita’ di Madrid (33 per cento) e in Catalogna (18 per cento).

IL GIORNALE

Direttrice: Stefania Piazzo
La Nuova Padania, quotidiano online del Nord.
Hosting: Stefania Piazzo

Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter!

Servizio Precedente

Ratifica del Mes. “Italia isolata nel mare agitato dei mercati finanziari”. Ma Salvini: Ratifica è una follia

Prossimo Servizio

Schiavi del caporalato. Tutti sanno… Dopo la morte barbara dell’indiano sfruttato la politica prende la parola

Ultime notizie su Economia

TornaSu