“L’auspicio è che ci sia un ripensamento da parte dei promotori della protesta”. Così Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit Cisl, contro le minacce del blocco del traffico nelle maggiori stazioni ferroviarie italiane annunciato per oggi. Per i sindacati dei trasporti quella dei ‘No green pass’ è una forma di protesta accettabile? “No, non lo è, lo abbiamo ribadito: i treni e gli autobus sono un servizio pubblico essenziale, regolamentato da una legge, tanto che in occasione degli scioperi bisogna garantire dei servizi minimi per la mobilità di lavoratori e studenti. In questo caso chi decide di interrompere i servizi, in nome della libertà a non vaccinarsi, non avrà l’appoggio dei sindacati. Noi, del resto, siamo a favore della campagna vaccinale sia per i lavoratori dei trasporti, sia per gli utenti dei servizi pubblici”.
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, rimprovera ai sindacati di avere detto no all’ipotesi di estendere il green pass a tutti i lavoratori. “La nostra posizione – spiega Pellecchia – è semplice: noi facciamo il sindacato e ci occupiamo di lavoro e di contratti. Il vaccino è una questione di sanità pubblica. Ciò detto, a fronte dei benefici dei vaccini come sindacato abbiamo chiesto fin da subito una corsia preferenziale per tutti gli operatori dei trasporti, ritenendo che questi addetti fossero più esposti di altri cittadini ai rischi della pandemia. Come noto, poi, il criterio per la vaccinazione si è svolto sulla base delle classi di età. Siamo, dunque, favorevoli ai vaccini, ma il tema green pass riteniamo che non sia un argomento da affrontare a livello sindacale”.Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, le linee guida del governo e i piani delle regioni forniscono sufficienti certezze? Secondo il segretario della Fit Cisl, “buona parte di quelle misure sono già state adottate nell’ultimo anno e mezzo, si tratta di misure ormai sperimentate e che si sono dimostrate efficaci, senza evidenze di focolai o altre criticità. Vale, però, ribadire che le prescrizioni vanno tutte rispettate: dalla sanificazione puntuale dei mezzi, all’adozione dei dispostivi di protezione individuale, all’introduzione di nuovi e ulteriori mezzi. Ma il vero il punto cruciale è legato al ruolo dei mobility manager”. Il motivo? “E’ chiaro che queste figure, avendo possibilità di accedere ai dati, possono analizzare la domanda di mobilità, sono cioè in condizione di ordinarne e disciplinarne i flussi. Tutto questo dovrebbe avvenire concordando con le scuole gli scaglionamenti in ingresso e in uscita. Il combinato disposto di tutti questi interventi, sommato al fatto che gli uffici adottano ancora lo smart working, possono fortemente mitigare i contagi”, conclude Pellecchia.
Photo by Duminda Perera
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