di Gigi Cabrino – Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dal prossimo 24 gennaio negli Stati UE sarà possibile mangiare farina di grillo. Eunews informa della direttiva UE e delle reazioni da parte della filiera alimentare.
“Dal 24 gennaio si potrà trovare la polvere di grillo domestico (Acheta domesticus) sugli scaffali dei supermercati di Roma, Parigi, Bruxelles, Berlino e di tutti i 27 Stati membri dell’Ue. L’ha stabilito la Commissione europea, e questa mattina (4 gennaio) ha inserito la polvere parzialmente sgrassata di grillo domestico nell’elenco dell’Unione dei nuovi alimenti e ha autorizzato la sua immissione sul mercato unico”.
“L’autorizzazione, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue e firmata dalla presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, entrerà in vigore tra venti giorni: da quel momento, per 5 anni la società Cricket One Co. Ltd sarà l’unica a godere dell’apertura del mercato Ue alla farina di grillo. Perché proprio Cricket One, nel luglio 2019, aveva presentato una domanda di autorizzazione a Bruxelles per consentire l’uso della polvere animale come alimento, sostenuta da una descrizione dettagliata del processo di produzione e dei risultati delle analisi sui contaminanti, sui parametri microbiologici e sulla digeribilità delle proteine”.
A marzo 2022 l’autorità per la sicurezza alimentare era stata interpellata al proposito.
“La polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) è sicura alle condizioni e ai livelli d’uso proposti”, ha concluso l’Autorità, elencando poi gli alimenti consentiti: la polvere di grillo domestico, “se utilizzata nel pane e nei panini multicereali, nei cracker e nei grissini, nelle barrette ai cereali, nelle premiscele secche per prodotti da forno, nei biscotti, nei prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, nelle salse, nei prodotti trasformati a base di patate, nei piatti a base di leguminose e di verdure, nella pizza, nei prodotti a base di pasta, nel siero di latte in polvere, nei prodotti sostitutivi della carne, nelle minestre e nelle minestre concentrate o in polvere, negli snack a base di farina di granturco, nelle bevande tipo birra, nei prodotti a base di cioccolato, nella frutta a guscio e nei semi oleosi, negli snack diversi dalle patatine e nei preparati a base di carne, destinati alla popolazione generale, soddisfa le condizioni per l’immissione sul mercato”.
Decisamente preoccupato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia: “Mangi pure gli insetti chi ha voglia di esotico, ma è un gioco in malafede promuoverli per una dieta sostenibile in alternativa alla nostra”. Secondo Filiera Italia l’impatto ambientale della produzione di alimenti derivanti da insetti non è minore di quello della filiera tradizionale, soprattutto dell’agroalimentare italiano, “modello ideale da valorizzare e proteggere” perché “di qualità e a basso impatto ambientale”.
Foto di Adrián Valverde
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