di Gigi Cabrino – Il settore dell’industria automobilistica italiana è forse quello che si vede costretto a riconvertirsi ai nuovi parametri green in tempi quanto mai stretti.Una simile riconversione, che stanti le attuali scadenze vede il passaggio al green nel 2035, non può avvenire senza un sostanzioso sostegno pubblico.
Ha destato preoccupazione la notizia del taglio in finanziaria del fondo dedicato all’automotive. La decisione del governo è stata diffusa da Anfia, l’associazione del settore; l’esecutivo ha tagliato 4,6 miliardi al Fondo automotive, destinato all’adozione di misure a sostegno della filiera: “Il taglio previsto dal Disegno di Legge di Bilancio alle già scarse risorse stanziate nel 2020 è un’inaccettabile fulmine a ciel sereno che contraddice in modo clamoroso l’importante attività che il governo sta svolgendo in Europa a favore del settore per migliorare la regolamentazione, e annulla mesi di intenso lavoro del Tavolo Sviluppo automotive, che hanno portato Anfia, parti sociali e Regioni a proporre al governo un piano d’azione per supportare la filiera”. Un problema non da poco per quello il principale settore manifatturiero italiano, che conta oltre 270.000 addetti diretti, vanta un fatturato di oltre 100 miliardi di euro “ed è l’unico a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni”.