La storica azienda reggiana Meta System – che produce componenti elettronici per il settore automobilistico – sta vivendo un periodo di grave incertezza in merito al proprio futuro e a quello di oltre 450 dipendenti dello stabilimento emiliano. Alla base della crisi il mancato accordo – annunciato in precedenza – con un nuovo investitore cinese per dotare la società delle risorse necessarie all’esecuzione del piano industriale di crescita e sviluppo. Come specificato dai vertici aziendali nei mesi scorsi, l’imprenditore proveniente dalla Cina avrebbe fatto il suo ingresso nel capitale sociale di Meta System versando una cifra attorno ai 170 milioni di euro. Soldi che però, ad oggi, non sono arrivati, come emergerebbe dal rapporto stilato dal commercialista Bruno Bartoli, incaricato dalla Camera di Commercio di Bologna di seguire la vicenda.
Nel frattempo il Tribunale di Reggio Emilia ha rigettato l’istanza di misure protettive nei confronti di Metà System, che così si ritrova nella difficile situazione di dover evitare il licenziamento collettivo di 450 dipendenti senza il supporto della magistratura. Una crisi che ha spinto la Fiom Cigl a indire uno sciopero a tempo indeterminato e un presidio permanente davanti alla sede dell’azienda. ”Chiediamo il blocco del licenziamenti e di firmare un nuovo accordo di solidarietà per l’anno 2025” ha spiegato Simone Vecchi, segretario Fiom Reggio Emilia, che ha specificato come verrà chiesto alla direzione di ”mantenere integra l’azienda e di non fare uno spezzatino”. “Inoltre – ha proseguito Vecchi – abbiamo richiesto che venga fatta una trattativa in trasparenza al ministero del Made in Italy, anche con i potenziali acquirenti, a garanzia della continuità aziendale e di tutti i posti di lavoro”.
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