NOBEL ECONOMIA: ISTITUZIONI INCLUSIVE GENERANO PROSPERITÀ. MA ROMA NON RICONOSCE LE DIVERSE IDENTITÀ…

16 Ottobre 2024
Lettura 2 min

di Gigi Cabrino – L’accademia svedese delle scienze ha attribuito il Nobel per l’economia 2024 a tre studiosi per i loro “studi sulla formazione delle istituzioni e la loro influenza sulla prosperità” .
Sono Daron Acemoglu (Massachusetts Institute of Technology), Simon Johnson (Massachusetts Institute of Technology) e James A. Robinson (University of Chicago).


“Le società con uno stato di diritto scadente e istituzioni che sfruttano la popolazione non generano crescita o cambiamenti in meglio – si legge sul sito dei Premi Nobel – La ricerca dei vincitori ci aiuta a capire perché”. “Ridurre le grandi differenze di reddito tra i Paesi è una delle sfide più grandi del nostro tempo. I vincitori hanno dimostrato l’importanza delle istituzioni sociali per raggiungere questo obiettivo”, spiega Jakob Svensson, presidente del Comitato per il premio in scienze economiche. Il Premio per l’economia – ricorda Sky tg 24- non è uno dei premi originari creati per volontà dell’inventore della dinamite e uomo d’affari Alfred Nobel e assegnati per la prima volta nel 1901, ma un’aggiunta successiva istituita e finanziata dalla banca centrale svedese nel 1968.


“Quando gli europei colonizzarono vaste parti del globo, le istituzioni di quelle società cambiarono. A volte fu drammatico, ma non avvenne allo stesso modo ovunque. In alcuni luoghi l’obiettivo era sfruttare la popolazione indigena ed estrarre risorse a beneficio dei colonizzatori. In altri, i colonizzatori formarono sistemi politici ed economici inclusivi a beneficio a lungo termine dei migranti europei, si legge nel comunicato ufficiale. I vincitori hanno dimostrato che una spiegazione delle differenze nella prosperità dei Paesi sono le istituzioni sociali introdotte durante la colonizzazione. Le istituzioni inclusive sono state spesso introdotte in Paesi che erano poveri quando sono stati colonizzati, con il risultato nel tempo di una popolazione generalmente prospera. Questa è una ragione importante per cui le ex colonie che un tempo erano ricche ora sono povere, e viceversa”.

“Alcuni Paesi rimangono intrappolati in una situazione con istituzioni estrattive e bassa crescita economica. L’introduzione di istituzioni inclusive creerebbe benefici a lungo termine per tutti, ma le istituzioni estrattive forniscono guadagni a breve termine per le persone al potere. Finché il sistema politico garantisce che manterranno il controllo, nessuno si fiderà delle loro promesse di future riforme economiche. Secondo i vincitori, questo è il motivo per cui non si verifica alcun miglioramento”, prosegue il comunicato. “Tuttavia, questa incapacità di fare promesse credibili di cambiamento positivo può anche spiegare perché a volte si verifica la democratizzazione. Quando c’è una minaccia di rivoluzione, le persone al potere si trovano di fronte a un dilemma. Preferirebbero rimanere al potere e cercare di placare le masse promettendo riforme economiche, ma è improbabile che la popolazione creda che non tornerà al vecchio sistema non appena la situazione si sarà stabilizzata. Alla fine, l’unica opzione potrebbe essere quella di trasferire il potere e stabilire la democrazia”.


Daron Acemoglu è nato nel 1967 a Istanbul, Turchia: ha un dottorato di ricerca conseguito nel 1992 presso la London School of Economics and Political Science ed è Professore al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (Stati Uniti). Simon Johnson, classe 1963, è originario di Sheffield (Regno Unito) e ha conseguito un dottorato di ricerca nel 1989 al Massachusetts Institute of Technology, dove attualmente insegna. È invece del 1960 James A. Robinson, che ha un dottorato di ricerca presso l’Università di Yale ed è docente all’Universita’ di Chicago.

Sommessamente osserviamo che le intuizioni dei tre accademici, originate dagli studi sui sistemi politici ed economici delle ex colonie potrebbero essere calate anche negli stati e nei sistemi economici occidentali; anche in Occidente sistemi istituzionali realmente rappresentative delle peculiarità locali e degli enti che le rappresentano, delle organizzazioni produttive dei lavoratori e delle imprese, sistemi istituzionali, quindi , realmente inclusivi e rappresentativi possono generare sviluppo e prosperità.

Gigi Cabrino nato a Casale Monferrato (AL) nel 1977, laureato in economia aziendale, in Teologia e specializzato in servizi socio sanitari, padre di quattro figli. Consigliere comunale a Villanova Monferrato per due mandati a cavallo del secolo scorso e a San Giorgio Monferrato dal 2019. Lavoro nella scuola pubblica da alcuni anni come insegnante prima e tra il personale non docente poi. Atleta di fondo e mezzofondo da sempre.

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