Non basta la tregua di Trump sui dazi. Il dollaro continua a precipitare. “Il danno ormai è fatto”

10 Aprile 2025
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 Prosegue il crollo degli indici azionari negli Stati Uniti. Il 10 aprile, il Dow Jones ha perso oltre 1.700 punti, circa 4,3 per cento, mentre l’indice S&P 500 ha registrato un calo del 5 per cento e il Nasdaq Composite è scivolato del 5,9 per cento. Il ribasso arriva dopo una giornata di rimbalzo positivo, causato dalla decisione del presidente Donald Trump di sospendere per 90 giorni su gran parte dei dazi “reciproci”.

Il capo della Casa Bianca, tuttavia, ha anche aumentato i dazi sulle importazioni dalla Cina al 145 per cento, suscitando preoccupazione tra gli investitori. Nel frattempo, l’indice del dollaro, che misura la forza della valuta americana rispetto ad altre monete, ha subito una flessione del 2 per cento, raggiungendo il livello più basso dal mese di ottobre, segno della crescente preoccupazione per la stabilità economica degli Stati Uniti. Nonostante la notizia di un rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti a marzo, l’attenzione degli investitori è rimasta focalizzata sugli sviluppi delle politiche tariffarie e sull’impatto che esse potrebbero avere sull’economia.

In Europa si scatenano gli acquisti, così come a Piazza Affari che mostra un’ottima performance, con gli investitori che festeggiano la sospensione di 90 giorni dei dazi “reciproci” dell’amministrazione statunitense. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha accolto con favore la decisione di Trump, affermando che si tratta di un passo fondamentale verso la stabilizzazione dell’economia globale. Anche l’UE, a metà giornata, ha annunciato la sospensione delle contromisure per rispondere ai dazi USA del 25% su acciaio e alluminio. Intanto i listini USA mostrano scambi in perdita, dopo i rialzi monstre della vigilia. Forte rialzo per l’Euro / Dollaro USA, che segna un guadagno del 2,43%. Sessione euforica per l’oro, che mostra un balzo del 2,74%. Forte riduzione del petrolio (Light Sweet Crude Oil) (-3,47%), che ha toccato 60,18 dollari per barile. Lo Spread migliora, toccando i +119 punti base, con un calo di 6 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del BTP decennale pari al 3,74%.

Ma il dollaro ancora in calo rispetto alle altre principali valute a causa della crescente preoccupazione per la volatilità della politica commerciale statunitense, dice tutto. Il biglietto verde ha perso l’1% rispetto a un paniere di valute equivalenti. L’euro ha guadagnato l’1,1%, attestandosi a 1,11 dollari; la sterlina è salita dello 0,9% a 1,29 dollari; il franco svizzero ha guadagnato il 2,2% a 0,84 franchi per dollaro, mentre lo yen giapponese è salito dell’1,5% a 145 yen per dollaro.

”La nostra valutazione è che il danno al dollaro sia stato fatto, sia in termini di risultati relativi di crescita economica che di disponibilità degli investitori esteri a finanziare il deficit esterno degli Stati Uniti”, ha scritto in una nota George Saravelos, responsabile della ricerca sui cambi di Deutsche Bank, secondo quanto riporta il sito del Financial Times. Il dollaro americano e il mercato del reddito fisso statunitense saranno “molto più sensibili alle decisioni dell’amministrazione americana, al sentimento di rischio degli investitori esteri e alla posizione di deficit gemello dell’America”, ha aggiunto. 

credit foto live-richer-ryQ-GmDsHhE-unsplash

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