A dicembre 2020 l’INPS registra una perdita di posti di lavoro rispetto al medesimo periodo 2019 pari a 660.000 unità, a esito di un risultato positivo per i rapporti a tempo indeterminato (+259.000, dato di nuovo in crescita a dicembre per effetto del consistente volume di trasformazioni) e di un risultato nettamente negativo (-919.000, dato di nuovo in peggioramento a dicembre) per l’insieme delle restanti tipologie contrattuali, tra le quali si distingue l’intensa contrazione dei rapporti di lavoro a termine (-493.000).
Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi, risulta in progressiva flessione già nel corso della seconda metà del 2019, è divenuto negativo a febbraio (-27.000) ed è peggiorato a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente all’emergenza sanitaria a marzo (-283.000) e ancor di più ad aprile (-623.000). La dinamica negativa è proseguita, seppur con un ritmo in progressivo rallentamento, raggiungendo il valore massimo a giugno (-812.000). A luglio si è avviata un’inversione di tendenza (- 758.000) proseguita lentamente fino a fine anno.
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