di Stefania Piazzo – Accade che anche la stampa, al Nord, ogni tanto, si interroghi sulla vita reale dei lavoratori che fanno correre la Lombardia. L’altro giorno, il quotidiano di Varese, La Prealpina, ha dato la parola alla sociologa Chiara Saraceno. Ecco come commenta la studiosa il quadro economico e le dinamiche che viviamo.
“Partiamo da un punto fermo – spiega la docente universitaria– il Nord continua ad essere la locomotiva del paese ma è evidente che è in affanno. La ragione fondamentale è data dall’incrocio di due elementi: i salari bassi e il costo della vita elevato. Le difficoltà maggiori, ovviamente, sono per chi si affaccia al mondo del lavoro. Sono i salari in ingresso ad avere cifre che spesso non sono sufficienti a reggere il costo della vita imposto in una città come Milano. Accade dunque che, a parità di stipendio, chi vive nel Mezzogiorno ha di fatto minori difficoltà a far quadrare i bilanci familiari». E lo scoglio più grande è la casa. Il tutto con l’autonomia differenziata all’orizzonte che «non porterà alcun miglioramento. Si ferma l’esistente così come è”.
Saraceno pone come fenomeno che tocca questa regione, in particolare, come emergenza. Emergenza abitativa, emergenza economica, emergenza dei singoli e delle famiglie. Il commento del quotidiano, fa eco ai dati Istat (“povertà a livello individuale aumenta per i residenti nel Nord Ovest nel 2023 (9,1% dall’8,2% del 2022) e si riduce per chi vive al Sud (12% dal 13,3% del 2022”), e fa dire con evidenza a Saraceno che “I salari, soprattutto quelli in ingresso – spiega Chiara Saraceno – sono bassi e donne e nuove generazioni pagano ancor di più questa situazione. Teniamo inoltre presente che sono in crescita i salari parziali involontari. Il part time imposto anche in modo poco amichevole e non soltanto alle donne, si sta diffondendo. Tra l’altro con organizzazioni orarie difficili da gestire, che non consentono, ad esempio, di integrare le entrate con un secondo lavoro”.
Nord povero, ricco di lavori poveri. Con part time e tempi determinati forzati, distribuiti in modo trasversale tra diversi settori (la sociologa cita non a caso anche scuolla università, editoria…). Quadro che si infittisce perché i figli costano e le famiglie monoreddito sono tante… Asili? Non pervenuti.
La politica abitativa è uno dei motivi per cui le sperequazioni territoriali incidono sulla vita.
Ma Saraceno nel ricordare che “Soprattutto al Nord i costi per la casa sono diventati insostenibili ma al momento non esiste una politica per la casa”, non dice nulla di nuovo. E’ qualcosa che da decenni è noto a chi amministra e governa. Tuttavia, sentire dalle parole dei politici di questa Regione, dai sindaci dei Comuni, dai parlamentari che rappresentano Lombardia e annessi, che il Nord sia povero e ricco di lavori poveri, è praticamente impossibile. Forse i terrapiattisti sono meglio di loro nel negare e soffocare l’evidenza scientifica.
Dal centrodestra e dal centrosinistra (chissà mai che un Pd del Nord abbia il coraggio di avanzare) tutto tace. Intorno, fuori dalla Lega, ci sono forze che rivendicano queste battaglie, ma la questione è così importante che serve una più ampia unità di intenti, trasversale, per rompere il muro del silenzio.