Unimpresa: Italia ed evasione Iva. In Europa peggio di Germania, Francia, Spagna e Olanda

23 Giugno 2024
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Nel 2022 il nostro paese ha fatto notevoli miglioramenti nel contrasto all’evasione dell’IVA, ma il gap con altri paesi europei resta e molto resta da fare sul fronte della semplificazione fiscale.
Tra i cinque principali paesi europei, l’Italia ha il dato peggiore per quanto riguarda l’evasione dell’Iva. Nonostante i progressi registrati nel 2022, con una riduzione del gap Iva dal 21,5% del 2021 al 10,8%, il divario rimane il più alto rispetto a Germania, Francia, Spagna e Olanda. L’Italia ha un gettito potenziale di 135,58 miliardi di euro contro 120,98 miliardi effettivamente riscossi, e un gap di 14,6 miliardi.
È quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale, confrontando il dato italiano con quello della Germania, emerge una disparità significativa.


La Germania ha un gap Iva del 2,8%, con un gettito potenziale di 266,85 miliardi di euro e 259,39 miliardi effettivamente riscossi e un gap di 7,4 miliardi; anche la Francia, pur avendo avuto problemi in passato, ha ottenuto risultati migliori dell’Italia, tant’è che buco Iva francese è sceso dall’8,5% al 4,9% nel 2022, con un gettito potenziale di 194,28 miliardi di euro e 184,73 miliardi effettivamente riscossi e un ammanco di 9,5 miliardi.
La Spagna rappresenta, invece, un vero e proprio caso di successo, considerando riducendo l’ammanco Iva dal 5,5% allo 0,8% e un buco di appena 660 milioni: gettito potenziale di 82,91 miliardi di euro e 82,25 miliardi effettivamente riscossi.
L’Olanda, con un gap dello 0,2%, si distingue come il paese con il divario IVA più basso tra i principali paesi europei. Le entrate potenziali olandesi sono di 65,25 miliardi di euro, con 65,40 miliardi effettivamente raccolti, segno di un sistema fiscale estremamente efficiente e di alta conformità da parte dei contribuenti.

Se si allarga il confronto ad altri tre paesi medi dell’Unione europea, l’Italia risulta seconda solo alla Grecia in termini di inefficienza nella raccolta dell’Iva.
La Grecia, con un gap del 17,8% e un gettito potenziale di 18,17 miliardi di euro contro 14,94 miliardi riscossi, continua a lottare con gravi problemi strutturali che ostacolano la piena efficacia delle sue politiche fiscali.
Il Belgio, con un gap del 6,9%, ha mostrato un miglioramento rispetto al 13,6% del 2021. Le sue entrate potenziali sono di 36,83 miliardi di euro, con 34,30 miliardi effettivamente raccolti. Sebbene vi sia stato un progresso, il divario resta comunque superiore a quello di molti altri paesi europei.
Il Portogallo ha ridotto il divario dal 7,0% al 3,6%, con entrate potenziali di 19,82 miliardi di euro e 19,11 miliardi effettivamente raccolti.
«Il miglioramento del gap Iva in Italia, sceso dal 21,5% al 10,8% tra il 2021 e il 2022, deve rappresentare uno stimolo ulteriore per il governo a proseguire nel percorso di riforma e semplificazione. La riduzione delle aliquote fiscali, combinata con la semplificazione delle norme Iva, rappresenta un passo cruciale verso un sistema fiscale più equo ed efficiente. È essenziale continuare a rendere la vita più semplice ai contribuenti, soprattutto a professionisti e partite Iva, riducendo la burocrazia e migliorando la trasparenza. Solo così si potrà consolidare la tendenza positiva, recuperare ulteriori entrate e sostenere la crescita economica del Paese. Il governo deve impegnarsi a fondo per completare queste riforme, assicurando che i benefici raggiungano tutti i settori della società, promuovendo un ambiente fiscale più favorevole e incentivando la compliance volontaria» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

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