di Roberto Gremmo – La democrazia delle differenze politiche lascia il posto alle appartenenze etniche? E’ un salto abissale dal sistema degli schieramenti alla contrapposizione delle stirpi.
Accade ora in America, paese che da sempre anticipa le dinamiche politico-sociali del mondo capitalistico.
Ormai non conta essere repubblicani o democratici, ma latinos, afroamericani e così via, per arrivare agli arabi.
Conta la “Comunità” di appartenenza ed il voto non dipende se non marginalmente dalla politica interna, bensì dalla posizione dei singoli candidati sulle scelte relative alla situazione dei Paesi di origine dei vari gruppi.
E’ una novità storica, ammessa a denti stretti dai cortigiani dell’informazione, propagandisti di un cosiddetto bipolarismo che permette di scegliere fra due candidati perfettamente uguali nella loro sudditanza ai potenti dell’economia e della finanza.
Ed e’ una mutazione terribile, specie se dovesse manifestarsi anche in Italia.
Ha un bel dire la presidentissima che siamo tutti italiani.
Come origine etnica mantengono la propria specifica identità i vari popoli intruppati anche con la violenza nel Risorgimento ma, se l’esempio americano anticipa tendenze che prima o poi si manifesteranno anche in Europa, condizioneremmo i risultati del voto, che dipenderebbero dalle scelte dei gruppi nazionali di gente che avrà magari la cittadinanza ma nel proprio intimo fa prevalere gli interessi del Paese d’origine delle loro famiglie.
Oggi in America i cittadini figli di immigrati mediorientali condizionano il loro suffragio, in molti casi determinante, alle scelte dei candidati sul conflitto delle potenze islamiche contro Israele, indeboliscono il sostegno statunitense all’unica democrazia della Regione e possono obbligare la prima potenza mondiale ad accettare l’intrusione al proprio interno di consuetudini e regole di vita, legittimamente praticate dalle loro diverse Comunità che sono spesso palesemente in contrasto coi tanto sbandierati “valori occidentali”.
Accadrà anche da noi ?