SALUTI DA BOLOGNA – Apocalisse Emilia Romagna. Capoluogo sommerso. Autostrade e centri abitati come fiumi. Migliaia di evacuati

20 Ottobre 2024
Lettura 9 min

Una nuova ondata di precipitazioni senza precedenti ha colpito l’Emilia-Romagna e in particolare la Città metropolitana di Bologna. Dal pomeriggio di sabato sono, infatti, caduti fino a 175 millimetri di pioggia, sul capoluogo, sulla prima collina e in comuni limitrofi come Pianoro, San Lazzaro di Savena o Casalecchio di Reno. La media storica dell’intero mese di ottobre è di poco superiore ai 70 millimetri. La presidente facente funzione Irene Priolo è in collegamento da ieri con i Centri Coordinamenti Soccorsi, attivati ​​da tutte le Prefetture, così come sono state mobilitate tutto il sistema di Protezione Civile. In mattinata, è stato convocato anche il Comitato operativo della Protezione Civile nazionale alla presenza del capo dipartimento, Fabio Ciciliano.

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La quantità straordinaria di pioggia ha causato l’inondazione di numerose zone di Bologna, con le vie della città allagate e le reti fognarie e di scolo nell’impossibilità di assorbire l’acqua. Inoltre, sono fuoriusciti i torrenti Navile e Ravone. Anche numerosi comuni del territorio, a sinistra e destra del Reno, e sono interessati da tracimazioni. Nelle prime ore della mattina, le acque dell’Idice sono uscite a monte del tratto arginato in prossimità del ponte di via Rabuina, nel comune di Budrio. Altri allagamenti si sono verificati ad Anzola, Castel Guelfo, Imola, Malalbergo e Baricella, sempre nel bolognese. Criticità pesanti anche nell’imolese, legato al Sillaro. Questa mattina, in Emilia-Romagna si contavano 8 fiumi sopra il livello 3, la soglia rossa di massima allerta. In totale sono ben 15 i corsi d’acqua che durante l’evento hanno superato la soglia di allarme. Si sono registrate piene ai massimi storici su Samoggia, Idice, Sillaro e Senio. Alcuni fiumi hanno fatto registrare livelli superiori a quelli del maggio 2023, come l’Idice a Castenaso e il Samoggia a Forcelli. Sotto stretta osservazione il deflusso alla confluenza con il Reno, dove la piena è prevista in crescita nel tratto vallivo.

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 Nel modenese e nel reggiano, pieno con livelli al colmo prossimi alla soglia 3 si stanno propagando anche nei tratti vallivi di Parma, Enza e Secchia, rallentati alla foce dal transito della piena in Po. Una particolare critica si registra a Cadelbosco di Sotto, nel reggiano, dove si è avuta una rottura del Canale Tassone: sono in corso le operazioni per assistere i cittadini coinvolti. Piene prossimi o inferiori alle soglie 2 sono in corso sul Santerno, Lamone e Montone. Dall’inizio dell’emergenza sono stati realizzati in tutte le province dell’Emilia-Romagna più di 600 interventi, 165 solisti nel bolognese, un’opera dei Vigili del fuoco. Molti altri sono in corso o in attesa di essere presi in carico. 

Le persone evacuate sono oltre 2.100, dato complessivo che a inizio mattinata riguardava sia il capoluogo che comuni della provincia (fra cui Budrio, Castelmaggiore, Molinella, Lavino, Medicina, Castel San Pietro). Le utenze che nella notte hanno subito blackout elettrici sono state circa 15mila, ma grazie al lavoro di queste ore questa mattina risultavano disalimentate circa 4mila utenze, la maggioranza nella provincia di Bologna. A Botteghino di Zocca, nel comune di Pianoro (Bo), è deceduta una persona: si tratta di un ventenne che era in auto al momento della tracimazione del torrente Zena. Non si registrano particolari criticità nel ravennate, in attesa del passaggio dei colmi nei corsi d’acqua. Sono 350 i volontari di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna al lavoro da ieri, ai quali si aggiungono quelli delle 180 colonne mobili regionali da Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria e Provincia autonoma di Trento, oltre a ulteriori 120 persone dalle associazioni nazionali.

BOLOGNA IN GINOCCHIO

Oltre 160 millimetri di pioggia in 24 ore, 110 dei quali in appena quattro. Così il torrente Ravone di Bologna nel giro di pochissimo tempo ha toccato i quattro metri: l’ultima rilevazione possibile, perché è in quel momento che la piena ha travolto il sensore. A spiegare “la furia del Ravone” è Federico Grazzini, meteorologo e capo previsore del Servizio-idro-meteo-clima (Simc) dell’Arpae, con un post su Facebook. “Ieri a Bologna e provincia si è verificato qualcosa di molto superiore anche ai peggiori scenari modellistici (già gravosi) previsti per questi giorni (ricordo che ieri mezza regione era in allerta rossa)”, scrive Grazzini: “La convergenza di aria molto calda dal mare e venti di bora più freschi ha generato, dalle 19 circa di ieri sera, una linea di rovesci simili a temporali estivi che si è addossata alla prime colline e media montagna Sulle colline di Bologna in quattro ore sono caduti circa 110 millimetri, e in totale 162 in 24 ore, sul suolo ormai saturo per le copiose piogge dei giorni precedenti”. Il torrente Ravone, che attraversato mezza città nel suo quadrante ovest e il cui bacino si estende fino al parco Cavaioni in collina, “ha cominciato a salire repentinamente. Nella previsione della imminente salita dei corsi d’acqua (alle 18,20) il Il Comune di Bologna ha emesso un avviso di salire preventivamente ai piani alti”. Alle 19 il Ravone, fino a quel punto su livelli bassi, “ha iniziato a salire repentitamente”, poi già “alle 19,45 ha superato la soglia di allarme- ricostruisce l’esperto- e alle 20,15 l’ultimo valore misurato è stato di 3,14 metri, oltre un metro superiore al tetto della tombatura. Poi il sensore (posizionato a circa quattro metri ) ha smesso di trasmettere perché travolto dalla piena”.

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L’acqua, “avendo completamente riempito la tombatura e sormontato il suo imbocco- continua il post- ha mandato in pressione il condotto facendolo esplodere in più punti (ad esempio nei pressi della porticina in via Saragozza, via Andrea Costa) mentre su via Saffi e via della Ghisiliera, via del Chiù il torrente è tracimato nei punti a cielo aperto”. Questo in sintesi, conclude il meteorologo, “il racconto di una piccola parte di quello che è successo ieri sera su questo quadrante di città, con dati sempre più allarmanti che arrivavano e la luce che andava e veniva in sala operativa. Meno male che i gruppi di continuità funziona. Siamo rimasti sempre attivi nella sede di viale Silvani anche se circondati dall’acqua per dare supporto alle operazioni di gestione dell’emergenza su tutta la regione. Una situazione incredibile e drammatica anche su molti altri corsi d’emergenza. acqua”. Sul Ravone interviene anche Fausto Tomei, modellista agro-meteorologico dell’Osservatorio clima di Arpae, sempre via social: “Il torrente era gestito perfettamente, la nuova briglia a monte pulito giusto ieri”, cioè venerdì, in previsione delle piogge del giorno successivo, mentre la sezione idraulica sotto via Saffi era stata “rifatta questa estate”. Ma il Ravone “non ce la poteva fare. Il corso di questo torrente, nella parte libera come nella tombata, come tanti altri torrenti in tutta la regione, non è più adatto al nuovo livello di precipitazioni”. Precipitazioni “causate dalle nostre emissioni, che riscaldano mari e oceani e provocano tempeste più violente e frequenti”. E dunque: “Non cominciate a dare la colpa a sciocchezze che non esistono, non sperate che qualcuno risolva il problema con la bacchetta magica. Servirà un lavoro di decenni, per allargare lui come tanti altri torrenti. E servirà collaborazione, tanta, tra amministrazione ei privati ​​che vi abitano sopra o intorno”.

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Luca Basile, docente di chimica industriale all’Università di Bologna, affronta invece il tema dell’esondazione di via Riva Reno, nel tratto appena scoperto dal Comune: “Ricordo che l’acqua è incomprimibile”, dunque se ora quella del canale di Reno aperto “è uscita dalle sponde e invaso la strada (esondato), cosa sarebbe successo se fosse stato chiuso? La copertura avrebbe fatto da tappo e sarebbe uscita con maggiore potenza a monte o nello stesso punto, rompendo la strada e trascinando detriti (nella speranza che non ci fossero auto e persone) che avrebbero ulteriormente rallentato il deflusso creando le condizioni ideali per un disastro peggiore”.

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8 FIUMI SOPRA LA SOGLIA MASSIMA

Questa mattina, in Emilia-Romagna si contavano 8 fiumi sopra il livello 3, la soglia rossa di massima allerta. In totale sono 15 i corsi d’acqua che durante l’evento hanno superato la soglia di allarme. Si sono registrate piene ai massimi storici su Samoggia, Idice, Sillaro e Senio. Alcuni fiumi hanno fatto registrare livelli superiori a quelli del maggio 2023, come l’Idice a Castenaso e il Samoggia a Forcelli. Sotto stretta osservazione il deflusso alla confluenza con il Reno, dove la piena è prevista in crescita nel tratto vallivo. Nel Modenese e nel Reggiano, pieno con livelli al colmo prossimi alla soglia 3 si stanno propagando anche nei tratti vallivi di Parma, Enza e Secchia, rallentati alla foce dal transito della piena in Po. Una particolare critica si registra a Cadelbosco di Sotto, nel reggiano, dove si è avuta una rottura del Canale Tassone: sono in corso le operazioni per assistere i cittadini coinvolti. Piene prossimi o inferiori alle soglie 2 sono in corso sul Santerno, Lamone e Montone. Lo ha fatto sapere, con una nota, la Regione Emilia-Romagna.

INONDATA LA TANGENZIALE DI BOLOGNA

La Tangenziale di Bologna continua la chiusura di alcuni svincoli, a causa degli allagamenti sulla viabilità ordinaria provocati dalle piogge. Restano chiuse l’uscita dello svincolo 2 e dello svincolo 12 da entrambe le provenienze, A1 e A14 e lo svincolo 3 per chi da Bologna Casalecchio è diretto verso Borgo Panigale. Inoltre, si segnalano quattro chilometri di coda, a causa della viabilità esterna che non riceve, nel tratto compreso tra lo svincolo 4 Triumvirato e Bologna Casalecchio verso la A1 Milano-Napoli. La Direzione terzo Tronco di Bologna di Autostrade per l’Italia, con il supporto della Polizia Stradale, ha attivato un presidio costante delle zone interessate dall’allerta meteo, al fine di limitare i disagi e prestare assistenza all’utenza in viaggio. 

 Ci sono ancora disagi e interruzioni sulle linee ferroviarie dell’Emilia-Romagna, a causa della forte ondata di maltempo che si è abbattuta sui territori. Dalle 11.20 di stamattina, fa sapere Ferrovie dello stato, la circolazione è sospesa in via precauzionale fra Mezzano e Alfonsine, sulla linea Ferrara-Ravenna, per la messa in sicurezza degli argini del fiume Senio. Resta interrotta anche la tratta Rimini-Cervia, sulla linea Rimini-Ravenna, dove a partire dalle 11.30 di oggi è però attivo un servizio con autobus (prima impossibile per l’impraticabilità delle strade). Circolazione ferroviaria sospesa dalla scorsa notte, come noto, fra le stazioni di Casalecchio Garibaldi e Marzabotto, sulla linea Porrettana, per il forte maltempo che ha provocato l’allagamento dei binari in particolare nella tratta Casalecchio Garibaldi -Sasso Marconi. Fra Casalecchio Garibaldi e Marzabotto è però attivo un servizio spola con autobus. Infine circolazione sospesa anche fra Casalecchio Garibaldi e Vignola, sulla linea Bologna-Vignola: anche qui il servizio viene effettuato con autobus. La circolazione, precisa Fs, è regolare sulla rete alta velocità Milano-Bologna-Firenze, sulle linee convenzionali Bologna-Piacenza e Bologna-Rimini e su tutte le altre linee del nodo di Bologna. 

SI PULISCE E CI SI DISPERA

“Fango, c’è fango ovunque: stai attento a non scivolare”, dice la signora affacciata sulla porta dell’ingresso del palazzo di casa rivolgendosi a chi, giù per le scale, la sta recuperare a svuotare la cantina invasa ieri sera dall ‘acqua, e dal fango. E’ la scena che si ripete un po’ ovunque stamattina in via Riva Reno: nella zona all’incrocio con via Lame, a due passi dal centro di Bologna. Qui le abitazioni sono affacciate sui lavori del cantiere del tram, e qui i capannelli di persone ‘incolpano’ spesso lavori per un allagamento che ieri sera era tra i più intensi in città. “Una persona che è caduta e non è riuscita a rialzarsi tanta era la forza dell’acqua”, racconta un commerciante all’angolo Riva Reno-Lame. Di fronte, sull’altro lato della strada, sotto il portico il ristorante Bertino ha ammassato tavoli e sedie e altro per pulire il locale. Molti tratti davanti ai negozi sono ancora coperti di fango. Il presidente del quartiere Lorenzo Cipriani va di porta in porta a raccogliere le testimonianze di chi ieri sera era alle prese “con l’acqua fino qui”, dice un negoziante portando la mano sotto al petto. “Giù in cantina c’è un metro d’acqua, e fango, la merce è da buttare…”. Colpa dei lavori dei tram, si mormora cercando di farsi una ragione di quello che è successo. Ma se il canale fosse stato ancora tombato la furia dell’acqua lo avrebbe comunque fatto ‘saltare’, si risponde nelle chiacchiere a metà ta esperti e umarells. Molta curiosità attirano i lavori di pulizia all’impianto di via Riva Reno all’altezza dell’ex manifattura Tabacchi: si spala via il fango, tanta acqua è arrivata anche lì e non è stato facile smaltirla. Oggi intanto il canale scoperchiato nel cantiere del tram non è più il fiume che appariva ieri sera. Ma tutta l’area di cantiere, come del resto le vie circostanti, porta i segni dell’impatto dell’acqua.

PEDEMONTANA CHIUSA A MODENA

– Situazione sotto controllo, per il momento, nel Mantovano per quanto riguarda i fiumi ingrossati dalla pioggia, che questa mattina sta dando una tregua. Sotto osservazione sono i fiumi Oglio, Po, Chiese e Secchia. Nel viadanese è stato chiuso il ponte di Torre d’Oglio a causa della piena, mentre a Bozzolo il fiume ha invaso alcuni tratti golenali fino ad invadere la zona verde di Tezzoglio ma l’acqua è ancora distante da una cascina. A Marcaria la strada comunale tra Pilastro e Gabbiana è stata chiusa per la tracimazione di alcuni canali, mentre lungo il corso dell’Oglio si temono fontanazzi, quindi infiltrazioni d’acqua negli argini. A Curtatone, nella frazione di Buscoldo, un canale è esondato allagando i campi. La protezione civile sta valutando se evacuare o meno sette persone residenti nella zona. Po e Secchia vengono per ora monitorati attentamente. La piena del Po è attesa tra oggi pomeriggio e domani e supererà la soglia 2, quella dell’allerta arancione. La Secchia, nella zona del basso Mantovano al confine con il Modenese, è in rapida crescita ricevendo acqua dall’Emilia, una delle zone più colpite dal maltempo. La protezione civile sta monitorando gli argini.

È stata per Bologna, per la Città è l’ intero territorio metropolitano, una notte difficilissima. Siamo stati colpiti da eventi atmosferici di inedita intensità. Una emergenza resa drammatica dalla notizia della morte del giovane che era disperso. Ai suoi familiari va tutto il mio cordoglio Voglio ringraziare i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e delle polizie municipali, gli uomini e le donne della protezione civile, tutti coloro che sono impegnati sul campo Grazie alla Presidente Priolo, al Sindaco Lepore, a tutti i sindaci e gli amministratori che sono in prima fila per affrontare questa emergenza. Con diversi di loro sono in contatto costante È il momento nelle istituzioni per essere uniti giusti ristori». Così Andrea De Maria, deputato PD. 

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