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Dazi, Fedriga: Incertezza qui al Nord ha già fatto danni. Ma no a muro contro muro

 Massimiliano Fedriga, da sette anni presidente del Friuli Venezia Giulia e’ preoccupato per i dazi ma chiede prudenza. “Non credo che oggi si possa parlare di guerra commerciale globale – spiega al “Giornale” -. Credo, pero’, che vi sia il rischio di arrivarci se la reazione ai dazi imposti dall’amministrazione statunitense dovesse essere ‘isterica’, con proposte di contro-dazi. Una reazione di questo tipo, anziche’ perseguire la via della negoziazione porterebbe a un effetto ‘muro contro muro’, che rischierebbe di bloccare le possibilita’ di crescita sia delle nostre imprese sia di quelle americane”. E finita la globalizzazione: “La globalizzazione come l’abbiamo conosciuta in passato non esiste piu’. Non per l’introduzione dei dazi, ma perche’ i due grandi blocchi del mondo, quello occidentale e quello orientale a guida cinese, sono nuovamente in forte competizione tra loro”.

Il governatore non crede che gli attuali dazi “porteranno a una recessione. Il vero rischio e’ rappresentato dall’incertezza e dalla paura di investire. Questi due elementi potrebbero portare a effetti recessivi. Percio’ bisogna porre la massima attenzione a cambiamenti unilaterali di regole e accordi, che rischiano di ridurre la propensione delle imprese all’investimento e di conseguenza di impattare negativamente anche sulla capacita’ di crescita”. 

Quanto al danno per la sua Regione: “Anche il Friuli Venezia Giulia subisce gli effetti derivanti dalla nuova incertezza globale in merito al commercio globale e alle possibilita’ di collaborazione economica”. II crollo delle Borse e’ preoccupante: “Si tratta di un problema serio proprio perche’ alimenta ulteriormente l’incertezza”.

Secondo Trump l’Europa in questi anni si e’ fatta ricca ai danni degli Stati Uniti: “Non credo che l’Unione europea in questi anni si sia arricchita ai danni degli Stati Uniti. Basta analizzare i dati del Pil per rendersene conto: in passato il Pil europeo era simile a quello statunitense, mentre oggi quello Usa e’ decisamente maggiore. Evidentemente, oltreoceano c’e’ stata una crescita economica piu’ decisa. Una situazione – aggiunge – che affonda le proprie radici all’interno dell’Ue: l’eccesso di regole interne, come il Green Deal, e di burocrazia hanno penalizzato il sistema produttivo e frenato lo sviluppo in particolare in alcuni settori”.

L’intervento di Musk al congresso della Lega e’ stato importante: “In particolare in un passaggio: quando ha auspicato il libero commercio tra Stati Uniti ed Europa. Dobbiamo lavorare per riaprire le trattative con gli Stati Uniti perche’ cio’ rappresenta l’unica via percorribile” ha concluso Fedriga. 

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Redazione

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