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“Liguria sovrana”, Toti non è il centro dell’universo. Come uscire dalla crisi politica di Genova

di Cuore verde – Il federalismo è ormai scomparso da molti anni dal dibatto pubblico e politico e la causa, a prima vista, potrebbe essere attribuita alla “svolta nazionalista” di talune forze politiche che, all’origine, si proclamavano “nordiste”.   

Sarebbe, tuttavia, una considerazione riduttiva, poiché, in realtà, è stata soprattutto la netta contrarietà al federalismo delle forze politiche e dei gruppi di potere che, fin dalla costituzione in Regno dello stato italiano nel 1861, hanno visto nel centralismo l’unico strumento per livellare ed eliminare le “diversità” regionali”, impedendo il riconoscimento delle differenze etniche delle varie “nazioni” e la realizzazione di uno Stato federale con lo scopo di accentrare prima il potere nelle sole mani della monarchia sabauda e, poi, in quello certamente democratico ma pur sempre centralista dei “partiti romani” (in questo senso, vgs. “Federalismo e autonomia in Italia dall’Unità a oggi”a cura di Claudia Petraccone, 1995, Ed. Laterza).   

Il fascismo, tra queste due fasi, dalla monarchia alla repubblica, ha portato alle estreme conseguenze il mito delle origini della nazione italiana con simboli, rappresentazioni e monumenti tratti quasi esclusivamente dall’antica Roma. Un archetipo “italiano” di una comunità immaginata soprattutto a livello letterario che, per certi versi, pervade ancora la cultura e la storiografia “ufficiale” come se 1500 anni di storia fossero soltanto un banale intervallo tra la Roma antica di ieri e l’Italia di oggi.     

In questi giorni di una afosa estate ligure, con un presidente di regione anticipatamente dimissionario e partiti alla ricerca del candidato perduto per le prossime elezioni regionali, ho ritrovato nella mia “biblioteca padana” un libro incentrato sul tema del federalismo che avevo acquistato anni fa: “Liguria Sovrana: una proposta per uscire dalla crisi politica di Genova”.    

L’autore, Franco Monteverde (1933-2019), è stato un noto esponente della politica e della cultura locale ligure (assessore al bilancio di Genova tra la metà degli anni settanta e i primi anni ottanta, direttore negli anni settanta dell’Istituto Gramsci Ligure e, dal 1998, direttore del Centro Studi La Maona) autore  di testi come “Liguri – Un’etnia tra Italia e Mediterraneo” (1995), “Sovranità e Autonomie Mediterranee (Genova e La Liguria)” (1997),  e “Limonte. Una provocazione o un progetto per costruire una macroregione ligure e piemontese?” (2010).  

In “Liguria Sovrana”, Monteverde analizza i risultati delle elezioni comunali di Genova del 1997 e i programmi elettorali delle forze politiche nazionali e locali dell’epoca. Nel capitolo dedicato ad Alleanza Nazionale, partito di destra non più presente sulla scena politica dal quale provengono molti esponenti di rilievo degli attuali Fratelli d’Italia, Monteverde espone alcune interessanti osservazioni sulle diversità delle patrie dei popoli dello stato italiano per arrivare a proporre l’unica soluzione realistica per contemperare queste “diversità”: il federalismo.   

Anche Alleanza Nazionale vede in una parziale redistribuzione dei poteri tra centro  e periferia e nella lotta contro il burocratismo una strada obbligata per permettere alle regioni del nord, come la Lombardia, di competere con quelle d’oltralpe, come la Baviera. Malgrado queste franche ammissioni, resta pur sempre positivo il giudizio sul valore politico dell’Italia-una, né si fa cenno alla crisi, per molti versi drammatica, dei sentimenti patriottici che numerosi autori, si pensi a Galli della Loggia, affermano esser morta addirittura l’8 settembre 1943, né si prende atto della perdita di ruolo dello stato-nazione a seguito dei processo d’integrazione europea e ai processi di globalizzazione dell’economia. Se appare calzante il recupero della visibilità politica e culturale italiana, senza la quale la lettura di “paesaggi, monumenti, documenti, testimonianze, lettere retaggi di un glorioso, straordinario passato di grandezza” non viene fatto alcun accenno che questo eccezionale patrimonio non è stato creato dallo stato-nazione, ma da nazioni che sono state private della propria identità politica e culturale. E’ stato proprio lo stato-nazione a impedire lo studio e la conservazione delle tradizioni, rendendo indecifrabili per gli italiani i patrimoni, tanto spesso retoricamente celebrati, ereditati dalle passate generazioni. Se un popolo si sente privato dei sentimenti di appartenenza ad una patria, non può che perdersi nel gran mare della globalizzazioni dei mercati e della standardizzazione dei consumi. L’unica strada che appare percorribile è quella della valorizzazione dei sentimenti di appartenenza e delle patrie preunitarie per poi, attraverso un progetto politico federativo, trasferirli in un sentimento patriottico unitario riconquistato. Il federalismo non risponde solo alle problematiche nate a causa dell’inefficienza dello Stato e delle mutazioni dei mercati, ma permette di riscoprire spazi di libertà e valori culturali e morali per quasi duecento anni negati e nascosti dallo stato-nazionale, conculcando nel cervello degli italiani un’idea di grandezza nazionale che ha portato al degrado dei sentimenti patriottici.”   (da“Liguria Sovrana: una proposta per uscire dalla crisi politica di Genova” di Franco Monteverde pagg. 138-139 – Genova – ed. De Ferrari, 1999).  

Le parole di Franco Monteverde rimarranno ancora confinate nei dibattiti e nei convegni organizzati dai circoli culturali oppure, alle prossine elezioni regionali, “per uscire dalla crisi politica di Genova”, entreranno finalmente nell’agenda politica ligure.

(prima parte – continua)  

Stefania Piazzo

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