4 ottobre, il giorno che lega umani e animali. La carica dei “pet-dottori”

3 Ottobre 2024
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Antistress catalizzatori di calma e benessere, scudo protettivo contro le malattie cardiovascolari, ma anche psicologi e riabilitatori, capaci persino di alleviare il trauma di chi ha combattuto una guerra. Sono i tanti volti dei ‘medici a 4 zampe’, gli animali che sempre più spesso vengono reclutati nelle strutture sanitarie – dagli ospedali agli hospice, dalle Rsa ai centri di salute mentale – per fare pet Therapy o Iaa, Interventi assistiti con gli animali, come si dice oggi. In occasione della Giornata mondiale degli animali che si celebra il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, gli esperti del Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale (Scic) dell’Istituto superiore di sanità fanno il punto sui benefici dei ‘pet dottori’.

Supporto agli anziani in casa di cura e ai minori vittime di abuso o di bullismo, alleati nella presa in carico delle persone con disturbo dello spettro autistico, nelle psicosi e nei disturbi neuromotori come la malattia di Parkinson: questi alcuni degli ‘skill’ degli animali coinvolti negli Iaa, elencati dall’Iss in un focus online. Il Scic dell’istituto – si ricorda – ha partecipato nel 2015 alla redazione delle Linee guida nazionali per questi interventi, che hanno partecipato gli standard formativi e operativi per l’applicazione corretta e uniforme sul territorio nazionale, e ha contribuito nel tempo anche alla redazione di diversi protocolli per l’impiego degli Iaa in vari contesti. Recentemente, in collaborazione con lo Stato Maggiore dell’Esercito, il centro Iss ha preso parte al progetto ‘Veterani in sella’, uno dei primi studi a livello europeo a focalizzarsi sulla salute mentale dei veterani, dal quale è emerso che la relazione con un il cavallo può aiutare anche nella gestione dei disturbi da stress post-traumatico. Lo studio, i cui risultati saranno pubblicati sul numero di gennaio-febbraio 2025 della ‘Rivista di Psichiatria’ – riporta l’Iss – ha evidenziato un effetto positivo della relazione con il cavallo sulla gestione dei disturbi stress-correlati e sulle difficoltà di adattamento conseguenti agli eventi traumatici vissuti, favorendo anche le abilità relazionali interpersonali. E’ stato arruolato un gruppo di veterani per un intervento della durata complessiva di 9 mesi, durante i quali è stato effettuato un monitoraggio con la valutazione del benessere psico-fisico. I risultati hanno mostrato miglioramenti nelle attitudini e nei comportamenti dei partecipanti (autonomia, fiducia nelle proprie capacità), ma anche nella gestione dell’ansia e nel superamento delle difficoltà interpersonali.

 Cani e cavalli sono gli animali più utilizzati nella pet terapia, rimarca l’Iss. “Il cane e il cavallo – spiega Francesca Cirulli, dirigente di ricerca del Scic – sono nel complesso gli animali maggiormente coinvolti negli Iaa poiché separati con l’uomo una lunga storia di co-evoluzione che ha consentito loro di sviluppare un sofisticato sistema di comunicazione non verbale, che è alla base della loro capacità di interagire con il sistema emozionale umano”.

La relazione con il cane può essere un aiuto valido in patologie che hanno come ambito la salute mentale al fine di ridurre i sintomi di ansia, depressione o solitudine, precisano gli esperti dell’Iss. Mentre la sollecitazione motoria ritmica fornita dal cavallo lo rende un importante ausilio in pazienti con disturbi motori o posturali, ma anche in patologie psichiatriche complesse, con effetti benefici su funzioni adattive ed esecutive del cervello. (fonte Opa/Adnkronos salute)

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