Montecitorio ha approvato ieri una legge che introduce pene più severe e nuove misure per proteggere gli animali da maltrattamenti, uccisioni e sfruttamenti. Questo intervento punta a riconoscere gli
animali come soggetti da proteggere direttamente, senza limitarsi al rispetto dei sentimenti umani verso di loro.
“Dedico alle vittime mute e invisibili, soprattutto agli animali di cui non si è mai parlato e mai si parlerà, il frutto di questo grande e incessante impegno”. Esulta Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo per i Diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli
animali e dell’ambiente, per l’approvazione nell’aula di Montecitorio della pdl AC30, di cui è prima firmataria e relatrice, che garantisce finalmente una maggiore tutela penale agli animali: “Una rivoluzione”. “Il testo – ricorda la deputata di Noi moderati – aumenta le pene, sia detentive che pecuniarie, per i principali reati e illeciti a danno degli animali: l’uccisione, il maltrattamento, l’organizzazione di combattimento. Di fronte all’obiettiva gravità di certe condotte, tutti – partiti, associazioni, società civile – reclamavano sanzioni più severe, più deterrenza”.
Tra le principali novità la rubrica del titolo IX bis del Codice penale: non più “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali”, ma, in linea con la recente riforma costituzionale, “Dei delitti contro gli animali”. Viene tutelato non più il sentimento dell’uomo ma direttamente l’animale. Aumentano le pene per l’uccisione di animali (544-bis): si passa da quattro mesi di reclusione nel minimo e due anni nel massimo a sei mesi nel minimo e tre anni nel massimo, sempre congiunti ad una multa – finora non prevista – da 5 mila a 30 mila euro.
“Se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze dell’animale” si passa a un anno nel minimo e quattro nel massimo, con una multa raddoppiata da 10 mila a 60 mila euro: si potrà finire in carcere. Aumentano le pene per il maltrattamento degli
animali (544-ter): si passa da tre mesi nel minimo e diciotto nel massimo a sei mesi nel minimo e due anni nel massimo, accompagnati sempre dalla multa (tra i 5 mila ei 30 mila euro) che oggi è alternativa alla reclusione.
Uno dei cambiamenti principali riguarda il codice penale, dove si passa da una tutela “emotiva” a una diretta: il titolo dedicato ai reati contro gli animali ora si chiama “Delitti contro gli animali”, un segnale forte che pone al centro i loro diritti. Le sanzioni diventano molto più severe. Chi organizza spettacoli violenti con animali rischiando multe che vanno dai 15mila ai 30mila euro, il doppio rispetto a prima. Nei combattimenti tra animali, la reclusione sale a 2-4 anni, e le sanzioni si estendono anche a chi partecipa come spettatore, con pene che arrivano fino a 2 anni di carcere e 30mila euro di multa. Per chi uccide un animale, la pena minima passa da 4 mesi a 6 mesi, e la massima da 2 a 3 anni. Se l’animale viene torturato o fatto soffrire intenzionalmente, la reclusione può arrivare a 4 anni, con multe fino a 60mila euro. Anche per i maltrattamenti, le pene sono inasprite: si rischiano fino a 2 anni di carcere, con multe obbligatorie tra i 5mila ei 30mila euro. Inoltre, sono previsti aggravanti per i reati commessi in presenza di minori, contro più animali o diffusi online.
La legge introduce anche norme innovative per salvaguardare gli
animali durante i procedimenti giudiziari. Per esempio, sarà vietato abbattere o vendere gli animali coinvolti nei processi fino a quando non sarà emessa una sentenza definitiva. Questo è un passaggio fondamentale per evitare abusi durante le indagini. Altre novità riguardano il traffico di
animali da compagnia. Le pene sono aumentate, con reclusione fino a 18 mesi e multe fino a 30mila euro. Inoltre, chi esercita attività illegali rischiando la sospensione o la revoca permanente delle autorizzazioni. Una norma particolarmente significativa è il divieto di tenere gli animali legati a catene, salvo casi eccezionali certificati da un veterinario o per motivi di sicurezza temporanei. Chi viola questa disposizione rischia multe tra i 500 e i 5mila euro. La legge anche le specie selvatiche e gli habitat naturali. Distruggere un ambiente protetto o detenere animali selvatici può costare caro: le pene arrivano fino a 2 anni di carcere e 8mila euro di multa.
A livello amministrativo, si rafforzano i controlli e la collaborazione tra le Forze di Polizia, che avranno una sezione dedicata ai reati contro gli
animali. Anche le aziende possono essere ritenute responsabili se coinvolte in reati di questo tipo, con conseguenze economiche e legali significative. Infine, è vietato utilizzare a fini commerciali le pelli e le pellicce di gatti domestici, un’ulteriore dimostrazione di attenzione verso gli animali.
“Grazie a questa riforma gli animali saranno direttamente oggetto di tutela, una rivoluzione rispetto all’attuale sistema normativo ordinario. Si tratta di un primo importante passo per adeguare la legislazione italiana ai principi introdotti dalla modifica costituzionale del 2022, con la giurisprudenza che si è consolidata nel corso degli anni, con le solide conoscenze scientifiche e con i sentimenti ormai diffusi e radicati nei cittadini Auspichiamo che la proposta sia presto calendarizzata, discussa e approvata anche dal Senato”. E’ il commento a caldo delle associazioni Enpa, Legambiente, Leal, Leidaa, Lipu, Lndc Protezione Animali, Oipa e WWF Italia. La proposta di legge a prima firma della deputata Michela Vittoria Brambilla ma sottoscritta da parlamentari di quasi tutti gli schieramenti, prevede come visto numerose misure sostanziali a tutela degli animali: dal rafforzamento dei delitti contro uccisioni e maltrattamento di animali a quelle per i combattimenti, gli spettacoli e le competizioni non autorizzate tra animali attraverso l’inasprimento delle pene e l’introduzione di nuove procedure, anche in tema di sequestro e confisca.
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