di Stefania Piazzo – La Lav esulta, e ha ragione. La controversa questione che vedeva all’orizzonte il ritorno degli allevamenti per la sperimentazione animale, sembra aver trovato la parola fine. A rimescolare le carte erano alcuni emendamenti a firma Lega e Fratelli d’Italia, sollevando le proteste della società civile e di ambiti della scienza che intendono percorrere altre strade senza lo sfruttamento di animali in allevamento.
Ma ciò che più sorprende è che nel 2010 proprio grazie all’impulso della Lega di quei tempi, il sottosegretario che allora era alla Salute, Francesca Martini, aveva riconosciuto all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna (con sede a Brescia) niente meno che il Centro nazionale di referenza per i metodi alternativi, custode peraltro di una delle banche cellulari più importanti al mondo dove poter lavorare e sperimentare sulle cellule animali, senza animali da stabulario. Una rivoluzione!
Poi… La politica arrivata dopo c’ha ripensato, camminando sopra quella fondamentale conquista di civiltà. Ora l’emendamento leghista oggetto di contestazioni è stato ritirato di gran fretta, e la Lav sul proprio sito argomenta i fatti. Leggiamo infatti che “ancora una volta, la chiamata al dissenso dei cittadini italiani coinvolti da LAV ha impedito l’ennesimo passo indietro contro gli animali della maggioranza, verso una ricerca obsoleta che rallenta la vera scienza.
Ieri infatti, LAV, grazie al meticoloso lavoro di monitoraggio dell’Ufficio Rapporti Istituzionali, ha identificato e poi diffuso la notizia della proposta di emendamento a firma dei Senatori della Lega Murelli, Centinaio e Borghi che, se approvato, avrebbe permesso la riapertura di allevamenti di cani, gatti e primati, vanificando quanto ottenuto dieci anni fa con l’attuazione del decreto n.26 e la chiusura di quell’inferno chiamato Green Hill e tolto alcuni vincoli ottenuti per la difesa degli animali destinati ai laboratori”. Battaglie che non si dimenticano e che hanno aperto il varco ad una maggiore consapevolezza sulle strade della ricerca, senza produrre sofferenze.
Se la rete diventa strumento per raccogliere consenso, la rete è anche mezzo per togliere in fretta quel consenso. E così, proprio il web ha cavalcato la protesta e la politica che vive di like e di algoritmi, ha preso che atto che “Migliaia di persone hanno virtualmente protestato contro questa proposta denunciata da LAV e sono bastate poche ore per far sì che il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega, annunciasse il ritiro dell’emendamento per garantire la “massima tutela per gli animali” e ribadendo il suo “no alla sperimentazione”.
Il sentimento comune verso i diritti degli animali è così diffuso che anche la legislazione recente, attraverso la proposta Brambilla passata alla Camera, ha trasformato il maltrattamento e l’uccisione da delitti contro il sentimento per gli animali a delitti contro i diritti degli animali. Una radicale differenza.
Lav aggiunge: “Accogliamo positivamente questa decisione e chiediamo che, volendo garantire questa “massima tutela”, vengano finalmente rifinanziati i fondi emanati dal Ministero della Salute per il supporto alla ricerca innovativa senza animali presso Università e centri di ricerca pubblica, così come avvenuto nel biennio 2021/2022 in quanto, al momento, le Istituzioni hanno scelto di non prevedere nemmeno 1 euro per la ricerca animal-free, nonostante sia vista come prioritaria delle leggi nazionali ed europee”. E, aggiungiamo noi, il Centro di referenza sui metodi alternativi che è l’organo riconosciuto dal ministero per la ricerca avanzata.
“Riguardo alla procedura d’infrazione contro l’Italia per cui secondo i Senatori era lecito proporre questo emendamento, è bene ricordare che nonostante sia stata aperta dalla Commissione di Bruxelles nel 2016, da allora, non è mai andata avanti per volontà della Commissione stessa. Allo stesso modo, il Governo, scrivendo il Disegno di Legge “salva infrazioni” un mese fa, non ha ritenuto di inserirci alcun articolo “riparatorio”.”
Dunque, perché tanta distrazione o solerzia?
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