Frontalieri non solo al confine, ma anche a Milano e Citta’ Metropolitana. Sono infatti oltre 10mila i lavoratori residenti in provincia di Milano in Brianza che si spostano oltre confine con rientro settimanale o con rientro giornaliero. Si tratta di persone che hanno un’alta professionalita’ (ingegneri docenti universitari lavorano nel mondo della sanita’ come medici come infermieri si occupano di professioni tecniche e di farmaceutica).
E proprio il tema della tassazione e’ uno degli scogli piu’ significativi per i frontalieri residenti a Milano e a Monza e Brianza. Per loro si prevede una tassazione specifica in Italia a cui si deve togliere una franchigia di 10 mila euro e successivamente gli oneri contributivi versati dal datore lavoro datore di lavoro svizzero. A quel punto, determinato l’imponibile, viene calcolata l’imposta italiana a cui va sottratta poi l’imposta pagata precedentemente in Svizzera.
Fondamentale, quindi, fare ricorso al Caf per evitare una doppia tassazione e di incorrere in sanzioni. “Anche la citta’ metropolitana ha numeri che iniziano a diventare significativi- specifica Luca Gaffuri presidente Caf Uil Lombardia – sia facilitati in parte dal collegamento ferroviario sia da salari nettamente superiori a quelli che vengono offerti comunque oggi sul mercato locale. Aspetti che rischiano pero’ di vanificare i sacrifici dei frontalieri attraverso imposizioni fiscali che, se non adeguatamente monitorate, possono mettere in ginocchio i lavoratori. Il Caf della Uil e’ preparato ad affrontare le problematiche che i lavoratori frontalieri dovranno sostenere nel momento della dichiarazione dei redditi. Abbiamo preparato in termini professionali i nostri operatori a dare risposte puntuali e aiutare i lavoratori a predisporre correttamente la dichiarazione dei redditi che dovranno presentare da giugno”.
A questi problemi si sommano quelli dell’assegno unico, dell’indennita’ di disoccupazione e non ultimo sulla tassa della salute giudicata incostituzionale dal sindacato. “Se guardiamo ai problemi specifici – sottolinea Raimondo Pancrazio Segretario Generale UIL Frontalieri – e’ indispensabile e necessario sanare al piu’ presto la mancata applicazione della nuova normativa sull’indennita’ di disoccupazione che vanifica per i primi tre mesi di disoccupazione l’indennita’ a livello svizzero (80 per cento della retribuzione quindi molto piu’ alta rispetto alla naspi). A questo si aggiunge il tema dell’assegno universale (in Svizzera superiore a quello italiano) che ha penalizzato i frontalieri perche’ l’Inps italiano non trasmette alle casse di assegni familiari svizzeri i dati, e quindi i lavoratori non percepiscono l’integrazione sull’assegno”.
Ma sul tavolo c’e’ anche il tema della tassa sulla salute per i “vecchi” frontalieri che ha creato anche un contenzioso con Regione Lombardia. “E’ urgente avere finalmente un quadro giuridico certo per lavoratori frontalieri cioe’ uno statuto dei lavoratori – conclude Pancrazio – e discutere anche della tassa della salute che riguarda i vecchi frontalieri. Aspetto questo che abbiamo discusso piu’ volte e che per noi e’ incostituzionale, ma che la Regione Lombardia continua ad applicare”.
In un post sui social, il capodelegazione della Lega a Strasburgo, Paolo Borchia, solleva un…
La Lega Giovani Prato ha presentato una mozione in merito alla commemorazione del sacrificio di…
"Ricorreremo in appello". Ad annunciarlo è stato il legale di Marine Le Pen, Rodolphe Bosselut,…
- Marine Le Pen è stata condanna a quattro anni, di cui due senza condizionale,…
Avvio di settimana da dimenticare per i listini azionari, che scontano le preoccupazioni degli investitori…
di Roberto Bernardelli - Ci risiamo. Arriva ancora la narrazione che l'immigrato è un nemico…
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.
Leggi tutto