“Oltre il 38% dei lavoratori lombardi percepisce meno di 20.000 euro lordi annui, e più del 52% non supera i 25.000 euro. Un’occupazione in crescita non basta se manca la qualità del lavoro”.
Uil Lombardia lancia l’allarme alla luce del nuovo Rapporto 2023 sulle retribuzioni nel mercato del lavoro del settore privato non agricolo, basato sui dati INPS che coinvolge circa 3.717.570 lavoratori. La sintesi è che le retribuzioni restano mediamente basse.
L’analisi offre un quadro dettagliato sulla situazione occupazionale della regione e delle singole province, mettendo in evidenza le criticità legate al lavoro povero, alla precarietà contrattuale e alle disuguaglianze di genere e territoriali. I dati ISTAT hanno evidenziato una crescita, negli ultimi mesi, dell’occupazione a livello nazionale. Un dato che potrebbe apparire positivo, ma che rischia di essere fuorviante se non accompagnato da un’analisi qualitativa.
Il rapporto Uil Lombardia dimostra che l’aumento dell’occupazione non si traduce automaticamente in un miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori: il fenomeno del lavoro povero resta preponderante e la qualità dell’occupazione è ancora insufficiente. Senza un intervento deciso per contrastare la precarietà e l’erosione salariale, il rischio è quello di un mercato del lavoro basato sulla quantità e non sulla qualità. Una Lombardia quindi sempre più precaria.
L’incidenza del lavoro precario è elevata: il 19,42% dei contratti è a tempo determinato, con retribuzioni drasticamente inferiori rispetto ai contratti stabili (11.392 euro medi annui contro 34.008 euro per i contratti a tempo indeterminato). Inoltre, il 26% degli occupati lavora in regime di part-time, spesso involontario, con un salario medio di soli 13.372 euro annui.
I giovani sotto i 34 anni rappresentano 1,23 milioni di lavoratori. Tra questi, quasi il 30% non supera i 10.000 euro annui, mentre oltre il 52% resta sotto i 20.000 euro. La precarietà caratterizza in modo particolare i lavoratori più giovani, che spesso trovano impiego tramite contratti di apprendistato o a tempo determinato con bassi livelli retributivi. “Serve un cambio di rotta per contrastare il lavoro povero.
Anche chi ha un’occupazione non riesca a sostenere spese fondamentali come l’affitto, le cure mediche e l’istruzione dei figli – commenta il segretario confederale Uil Lombardia Salvatore Monteduro – quasi 720.000 persone in Lombardia rinunciano alle cure sanitarie o le posticipano. Questa situazione alimenta un circolo vizioso: retribuzioni troppo basse frenano i consumi, minano la fiducia dei giovani e penalizzano lo sviluppo economico. Servono interventi urgenti per garantire stabilità contrattuale, salari adeguati e misure di sostegno alla conciliazione vita-lavoro”.
Il gender pay gap rimane una piaga evidente: le donne in Lombardia percepiscono in media 9.900 euro annui in meno rispetto agli uomini, con una retribuzione media di 23.676 euro contro i 33.601 euro dei colleghi maschi. Anche nei contratti a tempo indeterminato, le lavoratrici subiscono un divario del 27,87%. “L’analisi territoriale – conclude Monteduro – ci conferma che Milano è meglio retribuita e registra la media più alta (34.342 euro annui), ma con un’alta quota di lavoratori precari.
Pavia, Sondrio e Como sono le province con le retribuzioni più basse, intorno ai 22.000-24.000 euro annui, mentre in tutte le province, la forbice tra tempo determinato e indeterminato è ampia: a Milano, i lavoratori a tempo determinato guadagnano in media 11.137 euro, mentre i contratti stabili arrivano a 40.186 euro, con un divario del 261%”.
La premier Giorgia Meloni si smarca, nel momento della verità. L'astensione di Fdi sulla risoluzione…
La forte scossa di terremoto avvertita questa notte a Napoli ha avuto come epicentro la zona dei…
di Giovanni Cominelli - Gli eventi mondiali dell’ultimo mese hanno messo in questione la storica…
"Esprimiamo forte preoccupazione per le ricadute sulla produzione aziendale dovuta ai rincari di gas e…
"Salvini ha portato il suo partito, Lega Salvini Premier, in un vicolo cieco. Si e' fatto un…
“Servono gli Stati Uniti d’Europa, e l’Italia su questo deve avere una voce forte. Con…
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.
Leggi tutto