Categorie: Opinioni

Chi ga’ suga’ (di voti) el canal? Lombardia e Veneto e la questione dei candidati leghisti

di Stefania Piazzo – Lombardia? Ancora alla Lega. E il Veneto. Uguale. Solo che anche decidessero di avere come futuro presidente di Regione un candidato della Salvini Premier, la Lega non potrebbe avere mai la maggioranza nella maggioranza. Perché da anni la cartina geopolitica del voto, come più volte scritto e pubblicato su questo giornale, dice ben altro. E cioè che il primo partito, stando alle ultime elezioni politiche, è Fratelli d’Italia. E che quindi la premier non è solo presidente del Consiglio, ma la prima eletta tra gli eletti in Padania. E un diritto si rivendica anche con i numeri, non solo con la tradizione che si trasmette di governatore in governatore.

Anni fa una geniale pubblicità televisiva proponeva quell’inciso “chi ga’ suga’ el canal?”. Ecco, chi ha prosciugato di voti la Lega in questi anni? Perché non basterà dire che è stata una questione di trend nazionale, con una Meloni che trainava anche lontano da Milano e Venezia.

Su cosa andranno a trattare dunque, i leghisti? Sul fatto che si eredita un buon governo a guida leghista? E che pertanto è per diritto di successione che la parola Nord (che dentro la Lega Salvini non c’è più), deve brillare più di altre?

Perché la questione è anche fatta di numeri. Il Veneto è ancora leghista? La Lombardia è ancora leghista? E come voterebbe oggi il cittadino? A chi darebbe il consenso? Alla svolta nazionale della Lega o alla visione nazionale che da sempre è in Fratelli d’Italia? E’ una bella lotta a chi è più romano dei romani.

Dunque, più che di testimoni da passare, occorrerebbe essere concreti sui progetti. Perché si andrà al voto ancora senza autonomia. E, alla fine, la gente se l’è già dimenticata. Anzi, si è stancata di sentir tirar fuori ad ogni giro la madonna dell’autonomismo. Lascia stare i santi, e scherza coi fanti. E siccome su un ideale che è diventato fede e motivo di lunghe battaglie politiche (e qualcuno c’ha pure rimesso la salute), non si vede la luce in fondo al tunnel, ma solo deviazioni per un consenso sempre più nazionale, ebbene, su questo ideale su cui gli elettori si sentono presi in giro, tornarci a bomba col “faremo” non convince più.

Le tasse sono cresciute, c’è stato di mezzo un governo con i 5Stelle e il reddito di cittadinanza, nessuna abolizione della legge Fornero, l’abbraccio con Trump e la difesa del trumpismo, un Pnrr sbilanciato al Sud… Perché un elettore dovrebbe votare Lega in Veneto e Lombardia oggi? Perché erano e sono stati della Lega? Perché chi non la pensava come la dirigenza, è stato accompagnato all’uscita? Altre ragioni, in fretta, cercasi.

Stefania Piazzo

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