di Cuore verde – Il progetto di costruzione di un ponte sullo stretto di Messina non smette di suscitare dibattiti e scetticismo tra i cittadini. La cifra complessiva di 15 miliardi di euro è davvero significativa, e la questione è se questo investimento possa essere realmente fruttuoso e rispondere alle esigenze dell’area siculo-calabrese.
E’ certamente necessario valutare con attenzione i pro e i contro del progetto, tenendo conto anche degli eventuali benefici che potrebbe apportare allo sviluppo economico della Sicilia e dell’Italia meridionale, ma una azione politica più “nordista” potrebbe essere percepita come più efficace per lo sviluppo economico delle regioni dell’area padana. In questo senso, forse, bisognerebbe invece pensare alla costruzione di un nuovo ponte , un “ponte padano” metaforico di natura amministrativa e politica che unisca in un grande coordinamento le Regioni del Nord.
L’idea di un “ponte padano” come simbolo di collegamento tra le Regioni del Nord ritengo che sia interessante, poiché invita a riflettere sull’importanza di un coordinamento politico e amministrativo per affrontare le sfide comuni. Questo approccio potrebbe facilitare una maggiore cooperazione e solidarietà tra le regioni, promuovendo progetti condivisi e strategie di sviluppo che tengano conto delle specificità locali e migliorino i servizi per i cittadini.
La metafora del ponte rappresenta uno strumento potente per promuovere un paradigma socio-politico che favorisca il dialogo e la cooperazione, affrontando le sfide contemporanee attraverso la costruzione di legami e connessioni tra le diverse comunità.
La recente lettera di intenti tra Emilia-Romagna e Toscana rappresenta realmente un passo significativo verso una cooperazione più profonda e sinergica tra queste due regioni, evocando l’immagine di un “ponte” che può favorire scambi e collaborazioni su diverse dimensioni. Questa iniziativa non solo promuove l’integrazione economica e culturale, ma potrebbe anche servire da modello per altre regioni, in particolare quelle padane, stimolando un processo che, seppur non formale, possa contribuire a un’identità macroregionale condivisa.
Un grande ponte padano “a due arcate” che, per proseguire nella metafora, rappresenta la macroregione del Nord-Ovest, comprendente Lombardia, Piemonte e Liguria, e quella del Nord-Est, che includerebbe Veneto, Trentino e Friuli Venezia-Giulia.
Con la strada già tracciata e buona volontà nell’azione politica, si potrebbe finalmente realizzare il pragmatico progetto di Guido Fanti del 1975 per il coordinamento delle regioni del Nord.