Il tabù della sacralità del concorso nazionale per docenti. Roccaforte del meridionalismo e del centralismo

24 Febbraio 2025
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di Sergio Bianchini – In un convegno tenuto sabato 22 febbraio a Bergamo sulla scuola digitale,  Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, partendo dal tema dell’assunzione  dei supplenti ha ribadito l’impossibilità di fare regolari e tempestive assunzioni dei docenti di ruolo tramite il concorso nazionale.

Il concorso nazionale non riesce a selezionare 40.000 nuovi docenti l’anno necessari per sopperire ai pensionamenti,  sia per il numero che per le regole burocratiche.

Questa impossibilità si manifesta ormai da 50 anni ma nessuna forza politica, ministeriale, intellettuale riesce a demolire questa inefficace procedura. Io più volte ho cercato di spiegarmi come mai non si applichi una procedura molto semplice e rapida come il concorso provinciale che risolverebbe il problema delle assunzioni tempestive.

Alla fine sono arrivato alla conclusione del perché della sacralità del concorso nazionale.

La procedura è sostenuta proprio perché malsana, che non produce quindi il risultato voluto  e lascia la maggioranza delle assunzioni alla procedura del precariato supplente prolungato con le sanatorie finali di assunzione.

Tutto questo garantisce che la stragrande maggioranza dei posti venga assegnata a docenti meridionali dove è noto che il voto di laurea (fondamentale per le graduatorie supplenti) è molto più alto nel centro sud rispetto al nord.

Tutte le volte che esprimo la mia tesi vedo reazioni di meraviglia perché la maggioranza delle persone non nota la realtà della totale ormai meridionalizzazione dello Stato avviata negli anni ’70.

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