di Roberto Gremmo – I giovani padani erano andati sul sacro pratone decisi a difendere la linea dura sugli immigrati polemizzando con un politico che vuole riempire il Paese di nuovi elettori dando campo libero ai nuovi italiani, compresi quelli che nelle stesse ore davano prova di rispetto delle leggi e volontà d’integrazione devastando la capitale.
Una manifestazione in linea con la propaganda di partito anche perché lo striscione dei ragazzi di Pontida esprimeva una preoccupazione diffusa fra la gente e ovviamente si credeva fosse ben accetto dal generalissimo che ha fatto carriera dicendo suppergiù le stesse cose e dal capitan issimo difensore dei sacri confini.
Invece sì sono presi pubblicamente del cretino.
Beata gioventù, schiaffeggiata moralmente con un insulto bruciante ed offensivo proprio dal nuovo grande condottiero ferma invasione.
Una condanna che tuttavia rivela la distanza sempre più ampia fra il sentimento profondo della militanza ed una dirigenza ingessata nella conservazione degli equilibri politici del Palazzo.
La parata “sovranista’ parte con sovrana arroganza contro una sincera protesta.
Andrà sempre peggio ?