di Stefania Piazzo – Sta facendo scalpore la presenza del Capitano, quello vero, l’ex numero 10 della Roma, Francesco Totti, ad un evento sportivo a Mosca. Di che si tratta, innanzitutto?
E’ il VI International Bookmakers Rating Award, appuntamento che si svolgerà nella capitale russa l’8 aprile e che avrà come punta di diamante il fuoriclasse romano nell’ambito di questo premio, l’RB, appunto. Ovvio che i media ne diano risalto e quindi ecco che a schermo gigante appare la pubblicità della sua presenza su VTB Arena, sui maxi schermi del Moscow City. La scritta dice però anche dell’altro. “L’imperatore sta andando nella Terza Roma”. Facili i giochi di parole. Ma c’è un elemento storico che va molto oltre il Capitano.
Non sappiamo se Totti sappia o meno cosa sia la Terza Roma. Non ci interessa. Né vogliamo entrare nel merito della sua decisione di partecipare all’evento. Fatti suoi.
Ma quel titolo offre lo spunto per un’altra riflessione, che va oltre la libera adesione del fuoriclasse di vedere riconosciuta la sua arte calcistica in terra russa. Davanti a tanta ipocrisia della politica, chi ha titolo per criticarlo?
Terza Roma è stata la dicitura usata nei secoli XV-XVII quando la capitale russa era considerata l’erede di Costantinopoli dopo la sua caduta nel 1453.
Tempo fa spiegava bene il quotidiano filorusso Sputnik che “Nel XVI secolo un monaco russo, Filofej, coniò l’espressione “terza Roma” per indicare il ruolo spirituale assunto da Mosca, successivamente alla caduta di Costantinopoli (1453) ed all’unione in matrimonio tra il Gran Principe di Mosca, Ivan III, e la nipote dell’ultimo imperatore bizantino Costantino XI, Sofia (Zoe) Paleologa”.
In altre parole, solo Mosca potrà salvare la cristianità e l’Occidente dalla deriva, dalla caduta dei valori, e riportare ordine. Oggi è quello che traspare in filigrana per chi legge un po’ tra le righe l’avvicinamento in questi anni alla Russia putiniana da parte delle destre, degli ambiti del cattolicesimo tradizionalista, e dei nostalgici di una ortodossia che ripristini le origini della fede. E la difesa dei confini.
Ma il nocciolo è Mosca come erede imperiale di Roma ma anche come erede spirituale di Gerusalemme. Mosca centro politico e centro spiritale di un’altra Europa, chiaramente contrapposta a quella delle banche, della finanza, della commissione europea. E poi delle migrazioni.
E’ la filosofia della nuova “Lega”? Non vi ricorda la maglietta di Matteo Salvini pro Putin, le uscite su ci vogliono diversi Mattarella per fare mezzo Putin o giù di lì? Non è anche specularmente l’America di Trump in alcuni ambiti? Sarà anche per questo che il dialogo tra Casa Bianca e Cremlino trova un punto di ascolto più alto rispetto all’Europa senza ordine politico ed economico?
Scriveva ancora su Sputnik Daniele Dal Bosco “che la famosa cupola a forma di cipolla, che si ritroverà poi in numerose opere architettoniche moscovite, non ebbe un’ispirazione tatara, persiana o indiana, bensì era intesa a replicare la cupola del ciborio del Santo Sepolcro a Gerusalemme, nella forma che essa ebbe a partire da metà dell’XI secolo circa, proprio per rimarcare l’idea di Mosca come nuova Gerusalemme e, più in generale, della Russia come nuova Israele e luogo del secondo Avvento”.
Non dimentichiamoci il rosario in mano a Salvini in campagna elettorale, all’inizio della sua ascesa, la preghiera ai santi e ai martiri… in Piazza Duomo.
Per la Russia è una politica per una terra promessa, un popolo eletto, per cambiare il destino del mondo… contro l’Europa viziata e corrotta, con cui fare asse e allearsi. Insomma, da una parte il Male, dall’altra il Bene. E Mosca, ovviamente, è il Bene. Costi quel che costi. Dall’altra parte c’è un’Europa impronunciabile, senza statisti, senza politica, acefala, divisa, tutta prescrizioni e rigore di bilancio, arroccata per difendersi dai populismi delle facili quanto improbabili soluzioni.
Qualche coincidenza con le tendenze degli ultimi anni in Italia o nelle destre europee?
credit foto egor-filin-J5PI9q02Lbk-unsplash