di Luigi Basso – Come ampiamente prevedibile, già a poche ore dal risultato delle elezioni regionali liguri si è aperta la guerra nel centrodestra sulla nomina del vice presidente della Regione, guerra combattuta cercando di accaparrarsi i meriti della striminzita ed anemica vittoria di Bucci.
Il sindaco di Imperia ha lestamente rivendicato l’apporto elettorale determinante del Ponente Ligure, l’ex governatore ha a sua volta preteso di essere l’artefice del successo del centrodestra, il candidato sconfitto Orlando ha avallato la lettura di una vittoria favorita dalle truppe scajolane e totiane, e così via.
Si tratta di analisi chiaramente strumentali, dirette da un lato ad intestarsi meriti inesistenti e dall’altra ad esagerare il ruolo di avversari ritenuti nel campo del centrosinistra impresentabili per mettere in difficoltà il nuovo governatore: ciò che preoccupa non è sentire pronunciare queste teorie da chi tira l’acqua al suo mulino, ma piuttosto osservare che queste balle vengono rilanciate da moltissimi organi di informazione in maniera acritica, come se si trattasse di studi scientifici accurati ed imparziali.
In realtà la semplice lettura dei numeri racconta tutta un’altra storia, una storia che rappresenta ancora una volta la plastica frattura fra le due Ligurie: quella di Ponente e quella di Centro Levante.
Il Centrodestra ha perso complessivamente in tutta la Regione 1 elettore su 4 rispetto al 2020, ma, appunto, con profonde differenze tra Ponente e Centro/Levante.
Il Centrodestra ha subìto nel Ponente una disfatta storica e clamorosa, altro che “oro di ponente” come titolava oggi qualcuno che vive su Marte: rispetto a Toti, Bucci ha perso nelle due Provincie ponentine addirittura 1 voto su 3 passando a Imperia da 56.000 elettori a 39.000 e a Savona da 74.000 a 50.000.
Il Centrodestra, invece, nelle due Provincie di Centro Levante ha contenuto la disfatta: a Genova e La Spezia infatti il Cdx ha perso “solo” un voto su 5 (passando nella prima provincia da 202.000 elettori a 161.000 e da 49.000 a 39.000 nella seconda).
E’ stata quindi, contrariamente alla vulgata “pro domo sua”, solo la performance del Csx a determinare il risultato elettorale.
Infatti Orlando ha complessivamente aumentato, anche se di poco, i voti presi nel 2020 dalla coalizione passando dai 265.000 elettori di Sansa a 282.000, ma questo aumento è tutto concentrato a Genova, dove il csx passa da 153.000 voti delle scorse elezioni ai 168.000 attuali.
Nel Ponente Orlando ripete sostanzialmente i numeri di Sansa nel 2020.
Questi dati testimoniano che mentre il csx genovese è riuscito ad intercettare una parte dei voti degli astenuti o di chi aveva votato cdx, tale fenomeno non si è verificato nel Ponente.
In questa dinamica non si capisce come il sindaco di Imperia o l’ex governatore possano cercare di intestarsi la vittoria di Bucci: misteri della politica.
Non è il centrodestra del Ponente che ha vinto le elezioni regionali, ma il centrosinistra ad averle perse.
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