“A tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabilità e rispetto verso il Partito democratico, ritiro la mia candidatura per le elezioni di giugno. Prima di essere un uomo pubblico con responsabilità politica sono un padre e un marito”. Così in una nota Raffaelle Gallo capogruppo regionale del Pd in Piemonte, che non è coinvolto nessun titolo nell’indagine Echidna, ma che sfiora su alcuni fatti il padre Salvatore Gallo. Inoltre il capogruppo annuncia che si dimette anche dal suo incarico nel consiglio regionale.
Lo hanno anticipato ieri il Corriere della Sera e la Stampa. I quotidiani pubblicano stralci delle intercettazioni dell’inchiesta Echidna, che ha svelato gli interessi della ‘ndrangheta sull’autostrada Torino -Bardonecchia in cui ‘Sasà’ Gallo, ex manager di Sitaf è indagato per estorsione, peculato e violazione della normativa elettorale. Raffaele, è spiegato, esulta al telefono con il padre per la nomina di una donna al consiglio di amministrazione della fondazione Film Commission di Torino. Si tratta, secondo Repubblica, della nuora di un noto industriale cittadino che “fa parte della ragnatela di favori e consenso costruita da Gallo”. Il segretario regionale del Pd Domenico Rossi, sabato ha chiesto alla commissione di garanzia interna di valutare il comportamento di Salvatore Gallo, evocando l’ipotesi di “riaprire alcuni ragionamenti sulla lista di Torino ” scrivono dunque i due quotidiani.
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